I prestiti bancari arrivano ma a rilento a causa di un meccanismo piuttosto complicato, gli aiuti erogati dall’Inps segnano spesso il passo e comunque i ricavi di molte attività sono scesi o completamente svaniti. Per questo, alla ripartenza della Fase2 molti italiani si sono messi in fila al Monte dei Pegni portando oro o gioielli e ricevendo immediatamente e senza presentare documenti, della liquidità per arrivare a fine mese ma anche per riavviare la propria piccola azienda, negozio o professione.
Situazione di difficoltà
I dati forniti da Affide, il leader italiano del comparto (controllato dal gruppo austriaco Dorotheum) certificano un’impennata del 30% delle nuove operazioni rispetto al periodo prima del lockdown. Come spiega all’ANSA il condirettore Rainer Steger “ci sono situazioni di indubbia difficoltà di chi è inattesa magari dei sussidi” e “chiede piccole somme, anche di 50euro”. “Ma ci sono anche piccoli imprenditori, magari un barista che vuole acquistare il plexiglas di protezione nel proprio bare dopo due mesi senza ricavi non ha il contante. Noi eroghiamo subito, a vista, senza chiedere documenti, tranne i controlli antiriciclaggio mentre le banche ora fanno fatica a erogare in tempi rapidi. E in caso di mancato pagamento il soggetto non è segnalato in Centrale Rischi”. “Va ricordato – sottolinea infine Steger – che di solito chi è in forte difficoltà vende l’oggetto da cui ricava sicuramente una somma più alta, piuttosto che darlo in pegno”.
La possibilità di ricevere un finanziamento
Il 95% dei beni dati in pegno viene riscattato, mentre il 5% finisce all’asta. Il credito su stima permette di ricevere un finanziamento offrendo come unica garanzia un prezioso o un gioiello, che resta di proprietà di chi lo impegna e che viene solo custodito dalla società di credito su stima. Al termine del periodo concordato, il proprietario del bene può scegliere seri scattare il suo bene, prolungare il finanziamento o mandare il bene all’asta.