Si sarebbero dovuti svolgere giovedì a Ginevra i colloqui di pace per lo Yemen sponsorizzati dalle Nazioni Unite. Il summit però, secondo quanto riferito dalle tv arabe, è stato posticipato a data da destinarsi. Il rinvio arriva come un duro colpo per le prospettive di mettere fine al conflitto nel Paese, dove dal 26 marzo, data ufficiale dell’inizio dei bombardamenti da parte della coalizione a guida Saudita contro i ribelli sciiti, sono morte duemila persone.
Il presidente Abd Rabbu Mansour Hadi ha scritto in una lettera indirizzata al segretario generale dell’Onu, ha dichiarato di essere disposto ai colloqui di pace a condizione del ritiro degli Houthi dai territori conquistati nel corso del conflitto. Contro ogni aspettativa i ribelli avevano invece dato il loro consenso, una novità se si considerano le precedenti occasioni in cui avevano rifiutato di partecipare.
Intanto da ieri sono ripresi i raid della coalizione a guida Saudita, in particolare contro la capitale Sana’a. Dal fronte di Teheran giunge la protesta per alcuni razzi nei pressi dell’ambasciata iraniana in Yemen. A proposito è stato convocato l’incaricato d’affari saudita al quale le autorità della Repubblica Islamica hanno chiesto di ricordare a Riad il dovere di garantire l’incolumità delle sedi diplomatiche.