Sembra sempre più vicina la spaccatura del Paese da quando il presidente Abd Rabbo Mansur Hadi è fuggito da Sana’a per stabilirsi ad Aden. Questa città infatti assume gradualmente il ruolo di capitale in quanto ospita incontri diplomatici internazionali, ma anche le sedi di molte ambasciate estere, prime tra tutti quelle di Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait. Intanto a Sana’a, attualmente sotto il controllo dei ribelli Houti, è atterrato il primo volo di linea iraniano della compagnia Mahan Air. Sarebbe il primo collegamento aereo tra le due capitali dopo 25 anni e frutto di un accordo, denunciato illegale dal presidente yemenita, tra la Repubblica islamica e le milizie Houti.
L’espansione iraniana nello Yemen tra i ribelli sciiti al Houthi “è una sfida senza precedenti per i paesi del Golfo”. Lo sottolinea il ministro di Stato per gli Affari esteri negli Emirati Arabi Uniti, Anwar bin Mohammed Gargashe, secondo cui “gli sforzi dell’inviato dell’Onu, Jamal bin Omar, devono rispettare l’iniziativa delle sei monarchie arabe e le conclusioni del dialogo nazionale, altrimenti si legittimerebbe il golpe di al Houthi”. Infine Gargashe ha commentato sul Twitter: “L’ultimo ponte aereo iraniano, invece, suscita preoccupazione e mira a rafforzare le conquiste ottenute”. L’ambasciatore americano Matthiew Touller, ha incontrato il presidente nella città di Aden per annunciare il sostegno degli Stati Uniti a Hadi e alla sua campagna contro i ribelli Houthi.
Intanto proprio in questi giorni rimane un velo di mistero sulle modalità che hanno portato alla liberazione di un diplomatico saudita rapito nel 2012 nel sud dello Yemen. Un mese dopo il suo sequestro al Qaeda aveva chiesto la scarcerazione di tutti i suoi membri detenuti in Arabia Saudita, così come il pagamento di un riscatto per il console tenuto in ostaggio. Scomparso il 28 marzo di tre anni fa Khalidi è stato rilasciato in seguito ad “intensi sforzi” da parte dei servizi segreti. Non è ancora chiaro se le autorità abbiano dovuto pagare dei soldi in cambio della libertà del connazionale.