Un bombardamento tremendo quello messo in atto dalla coalizione saudita sulla capitale yemenita Sana’a. Con una missione aerea avviata allo scopo di colpire un avamposto militare dei ribelli Huthi, i jet hanno distrutto un albergo dell’area nord della capitale (controllata proprio dall’etnia di appartenenza sciita), provocando decine di morti. Secondo quanto riferito da “Al Jazeera”, la quale ha citato la tv controllata dagli Huthi, “Al Maseera”, almeno una trentina delle persone decedute sarebbero civili, investite dal fuoco del raid mentre si trovavano nei pressi o dentro la struttura a due piani. Altre fonti, peraltro, riportate dall’agenzia “Ap”, parlano di un bilancio in salita, riportando il timore che vi siano almeno una 60 morti.
I radi su Sana’a
L’area colpita è stata quella di Arhab, a circa 35 chilometri dalla parte settentrionale di Sana’a. Secondo quanto finora riferito dalle agenzia locali, decine di persone sarebbero rimaste ferite. Hakim Al Masmari, un giornalista del quotidiano Yemen Post, avrebbe riferito ad “Al Jazeera” che quello odierno è stato appena uno dei 25 raid che, a partire dalla mezzanotte, hanno vessato la capitale dello Yemen, tutti effettuati dalla coalizione guidata dai sauditi e miranti alla zona nord della capitale, come detto in mano agli Huthi come anche altre aree della città.
Yemen, la tragedia dimenticata
Un bilancio, quello di Sana’a, che contribuisce ad accrescere uno scenario estremamente drammatico come quello della guerra in Yemen. Una tragedia non solo dal punto di vista militare (con la coalizione guidata dall’Arabia Saudita che sostiene il governo nella lotta interna con la fazione dissidente Huthi) ma anche umanitario, con una popolazione civile messa a durissima prova dalla violenza del conflitto e da un’attenzione mediatica per troppo tempo estremamente ridotta. Tra scontri armati, fuochi incrociati, epidemie e malnutrizione, la crisi dello Yemen ha ricevuto ben poco riscontro a livello internazionale, passando in gran parte sotto silenzio: la situazione di estrema tensione fra governo locale e fazione ribelle, infatti, rende estremamente complesso approssimarsi al Paese, sia per i mezzi di informazione che per i supporti umanitari, acuendo notevolmente il dramma estremo della popolazione, in particolare dei minori. Solo per fare un esempio, un recente report dell’Unhcr ha parlato di 5.676 bombardamenti aerei effettuati solo nei primi sei mesi del 2017, più che nell’intero 2016, quando furono 3.936.