È riemerso dal buco nero della guerra in Yemen un cittadino britannico liberato nelle ultime ore dalle forze speciali degli Emirati Arabi Uniti. A darne notizia è l’agenzia ufficiale degli Emirati e la conferma è arrivata dal Foreign Office di Londra. Ma proprio da Aden è giunta anche la notizia della conquista da parte di un gruppo di miliziani di zone vicino al porto. Già nelle settimane scorse al Qaida nello Yemen, si era impossessata dell’area del porto di Mukala, riempiendo i vuoti di sicurezza e militari creati dalla guerra civile in corso.
Non si arrestano però le violenze: 14 civili, tra cui donne e bambini, sono rimasti uccisi ieri nei bombardamenti dei ribelli sciiti houthi su un quartiere residenziale di Taiz, nel sudovest dello Yemen. Lo hanno riferito fonti mediche locali, aggiungendo che i corpi delle vittime, tra cui sette donne e quattro bambine, sono già stati trasferiti all’obitorio del principale ospedale cittadino. Diversi feriti sono ricoverati nella stessa struttura.
L’attacco con razzi provenienti da una base militare degli houthi, che controllano il nord della città yemenita, ha raggiunto un quartiere centrale e intensamente popolato. In marzo le milizie sciite avevano cominciato la loro avanzata dentro Taiz, che è la terza città più grande del Paese ed è molto più importante dal punto di vista strate4gico perché si trova a metà strada tra la capitale Sanaa e Aden.
A resistere contro gli houthi ci sono una serie di forze, tra cui le milizie separatist, clan tribali, jihadisti sudditi e l’esercito fedele al governo di Abd Rabbo Manus Hadi, sostenuto dall’Arabia Saudita: tutti insieme controllerebbero ancora i due terzi della città, compresi il palazzo presidenziale e una delle residenze dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh, alleato con i ribelli.
I combattimenti proseguono ormai da settimane e diverse organizzazioni non governative hanno riferito che venerdì decine di persone, in stragrande maggioranza civili, sono rimaste uccise nei raid aerei condotti dalla coalizione guidata dai sauditi e a causa dei combattimenti sul terreno.