Un blitz delle forze speciali statunitensi e dell’esercito governativo ha portato alla liberazione di 8 ostaggi tenuti prigionieri di Al Qaeda nello Yemen orientale. Le persone sequestrate erano di diverse nazionalità: sei yemeniti, un saudita e un etiope. Ma l’obbiettivo dell’operazione, secondo il New York Times, era un altro: un giornalista americano. L’uomo, tuttavia, non si trovava più all’interno del covo jihadista.
Protagoniste del blitz sono state una ventina di teste di cuoio dei Navy Seal Team 6, assieme a un manipolo di soldati yemeniti addestrati dalle forze antiterrorismo americane. I militari sono stati trasportati in elicottero in una località della provincia di Hadhramaut, vicino alla frontiera con l?Arabia Saudita, tra lunedì e martedì. Ma la notizia è stata diffusa solo nelle ultime ore, visto l'”embargo” imposto da Washigton ai media Usa. Seette dei carcerieri qaedisti sono stati uccisi durante l’operazione. Il giornalista americano, assieme a un britannico, un sudafricano e altri due ostaggi erano, però, stati spostati in altro luogo prima dell’arrivo dei soldati.
Nel frattempo nello Yemen si fa sempre più duro lo scontro tra sciiti e sunniti. Ogni giorno si registrano nuovi attentati e la scia di sangue sembra non avere fine. Questa mattina gli houti (i ribelli che da due mesi cercando di prendere il potere nel Paese) sono stati attaccati dalle milizie fedeli ad Al Qaeda a Redaa, nel cuore della nazione araba. Nel mirino dei terroristi è finita una colonna di rifornimento di armi destinate alle formazioni sciite. Non si conosce il numero delle vittime e non è chiaro se l’attentato sia stato compiuto con un’autobomba o con un altro ordigno esplosivo.