Sale a 45 i militari degli Emirati arabi uccisi in Yemen in seguito alle gravi lesioni subite nell’esplosione di un deposito di armi che ieri mattina aveva già provocato la morte di 22 soldati a Mareb, nel nord del paese. Lo ha annunciato il comando generale delle forze armate emiratine, mentre nel paese del Golfo sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale.
In sole 24 ore si contano 50 vittime tra gli uomini dell’esercito. E’ il bilancio di una guerra senza sosta tra la coalizione internazionale guidata dall’Arabia saudita contro i ribelli sciiti sostenuti dall’Iran, che controllano la capitale yemenita Sana’a. Ieri sera, infatti, era arrivata anche la notizia dell’uccisione di cinque militari del Bahrein in scontri con le milizie Houthi durante un pattugliamento dei confini meridionali dell’Arabia saudita.
Intanto un esponente dei ribelli sciiti yemeniti, che fanno capo all’imam Abdel Malik al Houthi, ha rivendicato l’attacco che ha provocato l’esplosione del deposito di armi a Mareb. Il leader sciita Ali al Qahum ha fatto sapere ai media locali che una sua brigata ha lanciato un missile terra-terra che ha colpito l’edificio. L’attacco potrebbe essere una risposta dei ribelli all’offensiva delle truppe saudite che in questi giorni si è venuta a delineare: si tratta di un intervento contro le postazioni strategiche usate dagli sciiti per bombardare il territorio dell’Arabia.