Almeno 40 persone hanno perso la vita e alcune decine sono rimaste ferite nei violenti scontri di Sanaa, in Yemen, tra ribelli sciiti di Ansarullah e l’esercito yemenita sostenuto dai combattenti sunniti. Ad ulteriore conferma della gravità della situazione l’aviazione civile ha annunciato che per almeno 24 ore le compagnie aeree arabe e straniere devono sospendere i voli a destinazione e partenza dall’aeroporto internazionale di Sanaa, situato nei quartiere settentrionali, epicentro dei combattimenti. Alla luce del deteriorarsi della situazione, il presidente Mansour Hadi ha lanciato un accorato appello, avvertendo che l’esplodere della crisi avrà conseguenze catastrofiche per la capitale e per la stabilità dell’intero Paese. Ma il tentativo di mediazione dell’emissario Onu in Yemen, Jamal Benomar, sembra essere andato a buon fine, almeno per il momento.
I ribelli sciiti yemeniti hanno accettato uno stop ai combattimenti. Il capo dei ribelli, Abdelmalek Al Huthi, ha nominato “due suoi rappresentanti per siglare un accordo” con le forze governative a Sanaa, afferma una fonte vicina all’Onu. I ribelli, conosciuti anche come Huthis o Ansarullah, appaiono determinati come mai per ottenere un nuovo Governo e più poteri per la loro comunità, chiedendo anche posti chiave nelle istituzioni. Lo Yemen è un paese prevalentemente sunnita, ma i ribelli appartengono alla comunità sciita Zaidi, che è in maggioranza nel nord del Paese.