E’ di alemno 36 morti e 100 feriti il bilancio dell’operazione della coalizione a guida saudita contro siti militari a Sana’a, la capitale dello Yemen che da settembre è in mano ai ribelli Houthi. A fornire l’ultimo bilancio è l’agenzia di stampa yemenita Saba, che denuncia “l’aggressione” di Riad. I caccia hanno preso di mira il quartier generale delle forze speciali, fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh.
Proprio ieri il segretario generale della Nazioni Unite, Ban Ki-moon, aveva chiesto al suo inviato speciale in Yemen di rinviare i colloqui di pace previsti per il 28 maggio a Ginevra. Lo ha confermato il portavoce dell’Onu Stephane Dujarric, spiegando che il diplomatico sudcoreano spera di convocare i negoziati il prima possibile invitando le parti in causa ad entrare nei colloqui “in buona fede e senza precondizioni”.
A riguardo il presidente Abd Rabbu Mansour Hadi ha fatto sapere in una lettera indirizzata a Ban Ki-moon di essere disposto ai colloqui di pace a condizione del ritiro degli Houthi dai territori conquistati nel corso del conflitto. Contro ogni aspettativa invece, i ribelli Houthi avevano dato il loro consenso, una novità se si considerano le precedenti occasioni in cui avevano rifiutato di partecipare. Intanto, mentre le alte sfere politiche posticipano i loro incontri in previsione di un accordo di pace, la coalizione saudita ha bombardato anche la base navale di al-Hudayda che, secondo alcune fonti locali, è stata completamente distrutta.