“Potremmo vedere un altro Yemen entro stasera”, lo ha annunciato oggi il ministro dell’Informazione Nadia Sakkaf dopo i violenti scontri esplosi nella mattinata a Sanaa vicino al palazzo presidenziale tra i ribelli sciiti Houthi e i militari fedeli al governo sunnita. Tra le vittime della giornata 5 morti e molti feriti.
La situazione sarebbe precipitata sabato scorso in seguito al rapimento da parte dei ribelli del capo di gabinetto del presidente, Ahmed Awad bin Mubarak. L’azione era stata programmata per bloccare una bozza di costituzione che avrebbe diviso il paese in sei regioni avviando così un processo di federalizzazione con gli sciiti nel Nord, i secessionisti nel Sud e le aree ricche di petrolio del centro in mano sostanzialmente alle tribù sunnite.
Una prospettiva gradita alla leadership saudita, ma ostile agli sciiti che chiedono due sole regioni federali. Quest’ultimi avrebbero preso il controllo della televisione di Stato e dell’agenzia di stampa ufficiale, che secondo il ministro Sakkafè è una vera e propria “azione diretta a un golpe”. Testimoni hanno riferito di avere udito colpi di mortaio e intense sparatorie. Il canale tv dei ribelli – al-Maseera – ha accusato l’esercito di avere aperto il fuoco contro i miliziani nell’area del Palazzo, mentre un alto funzionario militare ha affermato che gli Houthi hanno provocato gli scontri attaccando alcuni checkpoint militari.
Il presidente Abd Rabu Mansour Hadi per cercare di controllare la situazione aveva convocato d’urgenza un vertice con i suoi consiglieri, compreso il rappresentante degli houthi e chiedendo di cessare il fuoco.