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WHIRLPOOL: IN MIGLIAIA IN MARCIA A VARESE PER DIFENDERE IL LAVORO

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Oggi lo sciopero indetto da Cgil, Cisl, Uil e Ugl, per protestare contro le decisioni dell Whirlpool di razionalizzare la propria presenza in Italia, con la chiusura di due siti produttivi. Nella protesta, questa volta, sono coinvolti tutti gli oltre 6mila dipendenti di tutti gli stabilimenti italiani del gruppo. Il piano industriale della multinazionale Usa, prevede oltre 2.000 esuberi e la chiusura degli impianti di Carinaro e Nole. “Siamo in duemila, tutti uniti contro un piano industriale inaccettabile”, afferma una delegata sindacale della Whirlpool della Lombardia, accogliendo il corteo dei lavoratori che ha raggiunto lo stabilimento di Comerio (Varese), sotto ai busti silenti dei tre fondatori della Ignis: Guido, Giovanni e Giuseppe Borghi.

A Varese sono arrivati diversi pullman, otto da Caserta, uno da Napoli, due da Fabriano e uno da None (Torino). Chiuso lo stabilimento varesino, i cui dipendenti hanno partecipato in massa al corteo. Sono attesi ora gli interventi dei segretari generali di Fim, Fiom e Uilm Marco Bentivogli, Maurizio Landini e Rocco Palombella. A fianco dei lavoratori di tutta Italia hanno partecipato anche tre sindaci, con tanto di fascia tricolore. Si tratta dei primi cittadini di Ternate e Biandronno (Varese), Enzo Grieco e Sandra Scorletti, insieme a Silvio Aimetti, di Comerio.

Un piano industriale, che “prevede investimenti, ma anche un bollettino di guerra”. È il giudizio di Marco Bentivogli, segretario generale della Fim Cisl. “Gli esuberi sono 2.060 – aggiunge – e non è così che si salva un’azienda”. “I lavoratori sono uniti – spiega – perché sanno bene che quando un’azienda così non rispetta gli accordi sindacali, chi oggi è al riparo, domani sa di non esserlo più”.

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