Un adolescente palestinese è stato ucciso dai soldati israeliani, durante una protesta nella West Bank: secondo quanto riportano fonti della Reuters, il fatto è avvenuto all’incrocio di Tapuach, a Nablus.
Una zona adiacente al valico di Erez, uno dei 13 punti in cui è possibile, in teoria, uscire da Gaza: durante la protesta degli attivisti contro l’occupazione israeliana e contro la decisione di chiudere il passaggio, è cominciato un lancio di pietre diretto ai veicoli dell’Idf, le forze di difesa di Tel Aviv. Subito dopo, i militari hanno aperto il fuoco.
Domenica, le proteste organizzate da Hamas si sono concentrate in varie località della Striscia di Gaza: il valico di Erez, assieme a quello già chiuso di Rafah, al confine con l’Egitto, è uno dei pochi dai quali possono transitare viveri e beni primari destinati alla popolazione che, con i blocchi che si sono susseguiti, si trova senza cibo e acqua. I passaggi, però, sono spesso usati anche dai guarriglieri di Hamas per ricevere rifornimenti alimentari, ma anche armi: per questo motivo, in diverse occasioni Israele e l’Egitto hanno deciso di chiudere i passaggi e isolare così i combattenti pro-Palestina.
L’acme della tensione è stato raggiunto nella serata di domenica, quando un gruppo di circa 40 manifestanti si è riunito nei pressi del valico, intonando cori contro l’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), presieduta da Abu Mazen, e contro lo Stato ebraico. Secondo quanto riferiscono fonti militari, tra i manifestanti era presente anche il leader di Hamas, Ismail Haniyeh. Dopo un primo avvertimento, con spari in aria, i militari hanno mirato alle gambe dei manifestanti: un ragazzo adolescente è rimasto ucciso, ma non si hanno ulteriori notizie su eventuali feriti.