Testa a testa in Ohio per il seggio al Congresso lasciato vacante da Pat Tiberi, repubblicano, che si è dimesso a gennaio per accettare un'altra offerta di lavoro. Ma alla fine dovrebbe spuntarla l'uomo di Trump. Il repubblicano Troy Balderson è avanti di appena 1.754 voti rispetto al candidato democratico Danny O'Connor. I dati finora rilasciati attestano che il primo ha conquistato 101.574 preferenze contro le 99.820 del secondo.
Vittoria contestata
Nonostante il margine di differenza troppo stretto, che in questi casi fa dire agli americani “too close to call”, sia Balderson che Trump hanno già annunciato la vittoria. Il candidato del partito dell'elefante lo ha fatto rendendo l'onore delle armi al suo avversario che però ha rifiutato di riconoscere la sconfitta.
Trump si prende il merito
Il presidente Usa invece si è complimentato col candidato finora piu votato ma si è addebitato il merito della sua rimonta. “Quando ho deciso di andare in Ohio per Troy Balderson -ha scritto il tycoon sul suo profilo Twitter – lui era giù nei sondaggi 36 a 64. Questo non andava bene. Dopo il mio discorso di sabato sera, c'è stata una grande rimonta. Ora Troy ottiene una grande vittoria durante un periodo delicato dell'anno per votare“.
Elezioni di metà mandato in vista
Le elezioni di medio termine sono ormai all'orizzonte e la sfida di Donald Trump ha una posta in gioco piuttosto alta, visti i malumori striscianti all'interno del Gop. Le elezioni suppletive rappresentavano un appuntamento davvero cruciale per il partito Repubblicano che, in caso di flop alle urne, avrebbe potuto pagare un duro scotto in termini di consensi. L'esposizione e gli endorsement vari dell'inquilino della Casa Bianca per Troy Balderson durante la campagna appena conclusa la dicono lunga sulla rilevanza delle elezioni in Ohio in vista di quelle di midterm. E la soddisfazione espressa su Twitter è una conferma di quanto il tycoon contasse su un'affermazione del suo candidato.
Voti e udienze
Ma il voto di midterm (e ancor prima le primarie) servirà anche a qualcos'altro: capire realmente come e in che misura continui a far presa il messaggio di Donald Trump e quanto il suo stile presidenziale stia raccogliendo consensi, fra eccessi, tweet e modi di fare scarsamente attagliati al protocollo. Il tutto mentre ad Alexandria, in Virginia, proseguono le udienze a carico di Manafort, con il suo ex braccio destro Rick Gates di nuovo in aula per testimoniare in merito alle sue esperienze imprenditoriale con l'ex capo-campagna di Trump. Un'altra variabile da tenere in considerazione in quanto, da Helsinki in poi, la questione Russia è diventata improvvisamente più scottante. E, anche se è stato più volte garantito che durante il processo Manafort non vi saranno accenni a Mosca, è anche vero, e non è un dettaglio, che lui ha già deciso di collaborare con Mueller, così come il suo ex socio Rick Gates.