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VOLO EGYPTAIR, LOCALIZZATI I ROTTAMI DELLA CABINA

Il ministro dell’Aviazione civile egiziano, Sherif Fathy, ha annunciato che sarebbero stati ritrovati alcuni rottami della cabina del volo dell’EgyptAir inabissatosi nel Mediterraneo il 19 maggio scorso. I resti dell’aereo sarebbero stati localizzati “in diversi siti” da una nave francese impegnata nelle ricerche delle scatole nere, una corsa contro il tempo dato che queste cesseranno di emettere segnali il prossimo 24 giugno.

L’equipaggio della nave della società francese della Deep Ocean Search (Dos), John Lethbridge, “ha localizzato diversi siti dove si trovano i resti della cabina”, si legge nel comunicato diffuso dalle autorità coinvolte nella ricerca. “La squadra di ricerca e gli inquirenti a bordo della nave tracceranno una mappa della distribuzione dei detriti dalla cabina”, si precisa nella nota.

L’Airbus 320 è precipitato il 19 maggio mentre era in volo da Parigi al Cairo con 66 persone a bordo. L’aereo, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, fu costretto ad “almeno 3” atterraggi d’emergenza nelle 24 ore che precedettero la tragedia per delle anomalie segnalate poco dopo i rispettivi decolli. Fra i principali punti oscuri ancora da chiarire c’è il fatto che sia il comandante, sia il vice comandante non hanno di fatto lanciato alcun allarme e questo nonostante i sistemi di rilevazione a distanza degli apparati del velivolo abbiamo segnato 7 malfuzionamenti, compresa la presenza di fumo in cabina. Al vaglio degli inquirenti anche gli scali ad Asmara, Tunisi e al Cairo, che l’Airbus ha effettuato prima dell’atterraggio a Parigi, dove ha sostato circa un’ora prima di ripartire per la capitale egiziana, purtroppo ai raggiunta.

Due settimane fa la nave francese La Place aveva rilevato il segnale di una delle due scatole, ma non si era riusciti a localizzarla. Il governo egiziano ha quindi ingaggiato la società Deep Ocean Search per poter contare sull’impiego della nave specializzata John Lethbridge in grado di schierare il minisottomarino Comanche 6000 capace di scandagliare il fondo del mare fino a 3 mila di profondità.

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