Nel day-after della scottante confessione del generale Michael Flynn, dal Senato degli Stati Uniti giunge una parziale compensazione per Donald Trump: da Capitol Hill, infatti, è arrivata in nottata l'approvazione della riforma fiscale varata dal presidente, sostanzialmente modificata nelle sue circa 500 pagine. Il via libera dei senatori è arrivato con 51 voti favorevoli a fronte di 49 contrari: una maggioranza ottenuta di un soffio e che, peraltro, ha visto anche un “no” fra i repubblicani, quello di Bob Corker, da tempo in rotta con il presidente. Quella che era stata una delle battaglie cardine della campagna elettorale di Trump, a ogni modo, è stata vinta dal Tycoon che, con questa riforma, varerà un taglio delle tasse di circa 1500 miliardi di dollari, da applicare assieme alla già approvata (dalla Camera dei Rappresentati) riforma fiscale. I vertici del partito presidenziale sperano di chiudere il tutto entro Natale, anche alla luce della dichiarata convergenza delle due versioni approvate al Senato e alla Camera.
Testi attinenti
Una sfida vinta quella di Trump il quale, via Twitter, aveva affermato un paio di giorni fa che “questa settimana possiamo fare alle famiglie della classe media, che sono la spina dorsale del Paese, un gran bel regalo di Natale, un massiccio taglio delle tasse”. Tra i vari punti della riforma fiscale, presentata come la più significativa negli ultimi trent'anni, il taglio delle tasse sulle imprese le quali, dal 35%, passano al 20%: una scelta dettata dalla volontà di creare una maggiore quantità di posti di lavoro e incrementare gli investimenti negli Stati Uniti. Ora, i repubblicani lavorano per chiudere il tutto a breve: “I testi (della Camera e del Senato, ndr) non sono molto diversi – ha spiegato il leader del Grand old party in Senato, Mitch McConnell -. Quello approvato dai senatori è stato modificato proprio per andare incontro a quello approvato dai Rappresentanti”.
La versione democratica
Chi non la pensa così, assieme al resto dei democratici, è il leader della minoranza, Chuck Schumer: gli oppositori, infatti, sostengono che la riforma fiscale varata dal Senato rappresenti un regalo alle grandi aziendi e ai ricchi contribuenti più che un incentivo alla forza lavoro o a un'agevolazione del ceto medio. Il testo, ha spiegato Schumer, è un processo e prodotto di cui “nessuno può essere fiero e tutti dovrebbero vergognarsi”, ribadendo come la riforma approvata con pesanti modifiche avrà il solo risultato di “riversare ancora più denaro nelle tasche dei ricchi e delle più grandi società aumentando le tasse su milioni di persone nella classe media”.