Gravissimi scontri davanti al Parlamento del Paraguay. Un manifestante è morto durante le proteste scoppiate nella notte nella capitale, Asunción, per protestare contro un progetto di riforma costituzionale che permetterebbe la rielezione di presidenti ed ex presidenti.
Nello specifico, la protesta è scoppiata dopo che si è diffusa la notizia che 25 senatori pro governativi e dell’opposizione hanno svolto una “sessione parallela” della Camera alta nella quale hanno approvato all’unanimità la riforma costituzionale, dopo aver modificato il regolamento, che prevedeva una maggioranza di almeno 30 voti per poterla portare a termine.
Le unità antisommossa hanno eseguito cariche, usato idranti e fucili a pallettoni per cercare di disperdere i manifestanti, che a loro volta hanno lanciato pietre e bottiglie contro le forze dell’ordine. Nonostante il blocco delle forze di polizia, i facinorosi sono riusciti ad entrare nel recinto parlamentare, dove hanno appiccato un incendio. La rivolta è poi passata nelle strade – con l’incendio di cassonetti e l’innalzamento di barricate – per prendere di mira l’edificio del Congresso.
Il capo del partito liberale all’opposizione, Efrain Alegre, ha detto che un giovane è rimasto ucciso negli scontri, mentre diverse altre persone, tra cui alcuni politici, sono rimaste ferite. La giovane vittima è morta a causa degli spari della polizia nella sede del Partido Liberal Radical Autentico. Secondo il presidente del partito, la polizia avrebbe fatto irruzione “in modo barbaro” e avrebbe sparato contro i manifestanti, alcuni dei quali sono rimasti feriti gravemente.
La Costituzione del 1992, introdotta dopo 35 anni di dittatura, limita infatti rigorosamente i presidenti a un unico mandato di cinque anni. Ma il presidente in carica, Horactio Cartes, sta tentando di abolire la restrizione per presentarsi alla rielezione, in programma nel 2018.