E'prodigo di epiteti poco lusinghieri Donald Trump, e non potrebbe essere altrimenti dopo che i democratici, “nullafacenti e di estrema sinistra”, come li ha definiti, hanno avviato la procedura di messa in stato d'accusa del presidente. Il che significa che a breve (anche se non è ancora stata indicata la data) si procederà al voto sull'impeachment in quanto, come spiegato dalla speaker dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, le azioni di Trump “hanno violato seriamente la costituzione, è in gioco la nostra democrazia e il presidente non ci lascia altra scelta che agire”. Si voterà su ogni articolo, e sarà necessario raggiungere quota 218 per avviare la procedura e trasmettere il plico con le accuse formulate nei confronti del presidente al Senato: “Nessuno è al di sopra della legge – ha detto Pelosi – nemmeno il presidente”.
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Verso il voto
La questione è sempre la stessa. Non il Russiagate ma il caso esploso poco più a occidente di Mosca, in quella Kiev che aveva da poco eletto il suo nuovo presidente, Volodymyr Zelenskij, a sua volta interpellato da Trump affinché avviase un'indagine su Joe Biden e il figlio Hunter, ex consigliere di una società ucraina. Un dossier a cui, secondo i testimoni ascoltati in audizione alla Camera, il presidente avrebbe tenuto più di ogni altra cosa e che, come riferito in Aula dall'ambasciatore Gordon Sondland, era di pubblico dominio fra le alte sfere della Casa Bianca, a cominciare dal segretario di Stato, Mike Pompeo, dal chief of staff della Casa Bianca, Mick Mulvaney e dal ministro dell'energia Rick Perry. Qualora la Camera approvasse il plico con le accuse, l'incriminazione per condotte illegittime diverrebbe effettiva, anche se è solo attraverso il Senato che potrebbe avere seguito. Lì la maggioranza è repubblicana e l'impressione è che i numeri per l'ok definitivo non ci siano, così come non ci furono per gli altri presidenti che passarono di qui prima di Trump. Un passo alla volta comunque: entro le Festività natalizie la Camera dovrebbe aver votato. Solo allora, con l'orizzonte elettorale ancora più prossimo, si saprà qualcosa di più preciso. Per il momento, resta la rabbia del Tycoon: “Hanno appena abbandonato la ridicola 'cosa' di Mueller (il Russiagate, ndr), quindi ora appendono il cappello su due telefonate totalmente appropriate con il presidente ucraino… Questo significa che l'importante e quasi mai usato atto dell'impeachment sarà usato in modo abituale per attaccare i futuri presidenti“.