Sembra proprio che Putin stia facendo i primi passi per realizzare il mondo che vorrebbe: l’equilibrio tutto spostato dall’Occidente, con il rublo che la fa da padrone sul dollaro. Questo sembra ciò a cui stiamo assistendo in questi due giorni di summit a Ufa, nella regione del Bashkortostan in Russia, dove ha chiamato a raccolta gli Stati emergenti, i cosiddetti Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) per discutere la possibilità di creare un fronte economico unito e alternativo a quello dell’Occidente, che ha il dollaro americano a trainare.
Più di diecimila ospiti erano presenti a questo importante vertice, e tra questi il Presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping, e il Primo ministro indiano Narendra Modi. A fare gli onori di casa, ovviamente, il presidente russo Vladimir Putin. Per la precisione i vertici in programma erano tre: quello dell’Organizzazione di cooperazione di Shangai (di cui fanno parte Cina, Russia, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Kazakistan), quello dell’Unione euro-asiatica post sovietica (costituito nel 2015 tra Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Armenia) e infine il già citato vertice dei Brics.
Fra le novità più interessanti emerse dal summit – che ha voluto escludere tutte le potenze economiche e politiche occidentali – c’è quella che prospetta la creazione di una Banca dello sviluppo dei Brics, con 50 miliardi di dollari di liquidità e un fondo di 100 miliardi per aiutarsi l’un l’altro in caso di crisi. Insomma, tutto a immagine e somiglianza del Fondo monetario internazionale, dal quale però questi Paesi si sentono esclusi.
Alla base della scelta, secondo Putin, non c’è l’interesse di creare un’unione politica e militare, perché le posizioni dei Paesi sono troppo distanti su troppe questioni. L’obiettivo esplicito è quello di invertire la rotta dell’ordine monetario internazionale vigente. Comunque dal summit escono promesse e progetti, ma niente di concreto: Mosca promette una segreteria virtuale che gestisca i diversi capi di Stato del Brics, la contempo frenano Sudafrica e Brasile che non appoggiano i tentativi di creare un’alleanza anti-occidentale.