È fitta l’agenda degli incontri dei vertici mondiali uniti nella lotta al terrorismo. Si sono incontrati oggi a Bruxelles i ministri degli esteri europei, che hanno discusso in particolare delle misure da prendere per rafforzare la sicurezza interna. L’incontro non ha portato ad alcun provvedimento concreto, ma ha sottolineato la gravità della situazione nel vecchio continente. La sfida unisce non solo la Comunità Europea ma anche la stragrande maggioranza dei governi e dei cittadini di religione musulmana.Al suo arrivo al Consiglio Ue, il ministro Gentiloni aveva dichiarato: “C’è un equilibrio delicato fra privacy e sicurezza, ma non c’è dubbio che oggi dobbiamo mettere al primo posto la sicurezza senza rinunciare alle libertà europee”. Il 28 gennaio a Riga saranno i ministri degli interni incontrarsi, mentre il 12 febbraio, nuovamente a Bruxelles, si ritroveranno i leader dell’Ue. Un primo assaggio delle possibili misure si avrà già giovedì a Londra nell’incontro organizzato congiuntamente da Londra e Washington tra i membri della coalizione contro lo Stato Islamico, in Siria e in Iraq.
Oggi a Bruxelles è stata animata anche la discussione sull’altro punto in agenda: le relazioni con Mosca, mai così agitate dopo la Guerra Fredda, a causa dell’annessione della Crimea e il sostegno russo ai ribelli ucraini. Non c’è unanimità sulla questione: i paesi dell’est, che hanno subito il giogo russo, sono promotori di una grande severità, dall’altro lato troviamo i paesi, in particolare quelli legati all’economia russa, che vorrebbero riallacciare un dialogo con Mosca. Passaggio assai delicato per la nuova responsabile della diplomazia europea, l’italiana Federica Mogherini, accusata da alcuni di essere troppo conciliante con il paese di Putin. Il dibattito di oggi continuerà nei prossimi mesi, in vista del vertice Ue di marzo in cui leader europei dovranno decidere se rinnovare le varie sanzioni imposte alla Russia dopo l’inizio della crisi Ucraina.