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Vent'anni al Cremlino

Il 31 dicembre ricorrono i 20 anni di Vladimir Putin al Cremlino, che con l'ennesima vittoria alle presidenziali, l'anno scorso, si avvia ad essere il leader russo più longevo dopo Stalin. L'Agi ricostruisce i momenti salienti dei due decenni che hanno visto l'ex agente del Kgb, oggi 67enne, alla guida della Federazione prima come presidente, poi come primo ministro e poi di nuovo da capo di Stato.

Dal Kgb al potere politico

Una vera e propria “era”, in cui la Russia è cambiata profondamente rispetto agli anni '90, tanto da rendere difficili ormai per molti immaginare una Russia senza Putin. Il 31 dicembre 1999 il presidente Boris Yeltsin, nel messaggio di Capodanno a reti unificate, si dimette e nomina Putin, allora premier, come presidente ad interim. Il 26 marzo 2000 Putin viene eletto per la prima volta a capo del Cremlino. Il 12 agosto 2000, ricorda l'Agi, il sottomarino a propulsione nucleare Kursk affonda nel Mare di Barents, uccidendo tutti i 118 membri dell'equipaggio, dopo un'esplosione a bordo. Si tratta di uno dei momenti peggiori dell'intera carriera politica di Putin. Il fatto che il suo primo commento sull'accaduto arriva dopo quattro giorni dà un duro colpo alla sua immagine. Dal 23 al 26 ottobre 2002 miliziani ceceni prendono in ostaggio oltre 800 persone al teatro Dubrovka di Mosca; le forze speciali mettono fine al sequestro, utilizzando un gas velenoso che uccide non solo i terroristi, ma numerosi ostaggi

I nemici interni

Nel 2003: l'oligarca russo Mikhail Khodorkovsky, allora l'uomo più ricco di Russia e a capo della compagnia petrolifera Yukos, viene arrestato e accusato di frode. Il processo lo giudica colpevole e lo condanna al carcere, in quello che i suoi sostenitori ritengono un caso costruito ad arte per tenere fuori dalla politica il miliardario. Putin gli concede la grazia nel 2013. Il 14 marzo 2004 Putin vince le presidenziali e inaugura il secondo mandato consecutivo, con oltre il 70% dei voti. A facilitare la sua riconferma, la crescita economica del Paese, trainata dall'aumento dei prezzi del petrolio e dalle nuove scoperte di giacimenti di gas, un trend continuato poi per altri quattro anni. Dall'1 al 3 settembre 2004  combattenti islamici dalla Cecenia sequestrano oltre mille persone nella scuola numero 1 di Beslan, nel sud della Russia. L'assedio dura tre giorni e finisce in una carneficina: 334 ostaggi vengono uccisi, di cui oltre metà bambini. Alcuni genitori accusano le autorità di aver gestito male l'emergenza e puntano il dito direttamente contro Putin, per l'alto numero di vittime. Nel dicembre 2004, in seguito all'attentato di Beslan, Putin, evidenzia l'Agi,elimina le elezioni dirette dei governatori regionali che vengono così nominati dal Cremlino. Nell'ottobre 2006 la giornalista d'inchiesta Anna Politkovskaya, del giornale Novaya Gazeta, impegnata nella denuncia di violazioni dei diritti umani in Cecenia, viene uccisa a Mosca nel giorno del compleanno del presidente, il 7 ottobre.

Contro la Nato

Nel 2006, a Londra, viene assassinato con polonio radioattivo l'ex agente dei servizi segreti russi diventato critico del Cremlino, Aleksandr Litvinenko. L'inchiesta britannica conclude che l'assassinio è stato commesso da agenti russi. Il 10 febbraio 2007 Putin pronuncia lo storico discorso alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza, mettendo in guardia dai rischi di un mondo “unipolare” e dell' allargamento della Nato, criticando l'approccio “unilaterale” degli Usa sulle maggiori questioni dell'agenda mondiale. Maggio 2008, i limiti imposti dalla Costituzione – che vieta a un presidente di svolgere più di due mandati consecutivi – impediscono a Putin di ricandidarsi; in quello che è stato definito con il termine scacchistico dell'arrocco, Putin diventa primo ministro e Dmitri Medvedev, tra i suoi fedelissimi, si candida e ottiene la presidenza. Nell'agosto 2008 la Russia vince la guerra lampo con la Georgia. Il 4 marzo 2012 Putin torna alla presidenza, per un terzo mandato con oltre il 60% dei voti, dopo la decisione di estendere il mandato presidenziale da quattro a sei anni. Il ritorno al Cremlino provoca vaste proteste di piazza, per diverse settimane prima e dopo il voto, con i manifestanti che accusano le autorità di brogli.

Datagate

Nel giugno 2013 Mosca concede asilo a Edward Snowden, il whistleblower del cosiddetto Datagate. Nel febbraio 2014 la Russia ospita le Olimpiadi invernali a Sochi, sul Mar Nero. Subito dopo, le forze russe annettono la penisola ucraina della Crimea, dopo che settimane di proteste a Kiev portano alle dimissioni del presidente Viktor Yanukovich, ritenuto vicino al Cremlino. Mosca annette la Crimea dopo un referendum non riconosciuto da Ucraina e comunità internazionali, attirandosi le sanzioni di Usa e Ue. Nell'aprile 2014 una rivolta separatista nell'Est dell'Ucraina, sostenuta da Mosca (che però ha sempre negato ogni coinvolgimento), porta a un conflitto con l'esercito governativo, in cui finora sono morte oltre 13 mila persone. Il 30 settembre 2015 la Russia interviene nella guerra in Siria, a fianco del presidente Bashar al-Assad, in quella che è la sua maggiore operazione in Medio Oriente in decenni. Nel novembre 2016 Donald Trump viene eletto presidente degli Stati Uniti dopo aver promesso di migliorare i rapporti con Mosca. Scattano le accuse di interferenze russe nel voto, accuse sempre respinte dal Cremlino. Il 4 marzo 2018 l'ex spia Serghei Skripal e sua figlia vengono avvelenati da un agente nervino (il novichok) a Salisbury, nel Regno Unito.

Lo status di grande potenza

Londra accusa Mosca, che nega ogni responsabilità. Il 19 marzo 2018 Putin vince le presidenziali e apre il suo quarto e ultimo mandato. Giugno-luglio 2018, la Russia ospita il suo primo campionato mondiale di calcio, fortemente voluto dal presidente, che vede nello sport un altro strumento per rilanciare lo status del Paese come grande potenza. Luglio 2019: nuova ondata di proteste anti-Putin a Mosca, le maggiori dal 2012. I manifestanti, soprattutto giovani, scendono in piazza contro la decisione delle autorità di vietare la candidatura a diversi esponenti dell'opposizione nelle elezioni municipali di settembre. Dicembre 2019, la Wada squalifica per quattro anni la Russia dalle competizioni sportive mondiali per aver falsificato i dati del laboratorio antidoping di Mosca. È la sanzione più severa della storia alla lotta al doping. Putin annuncia la messa in stato di combattimento dei primi missili ipersonici, Avangard, definiti “invincibili”.

Scambio di prigionieri

La settimana scorsa L'Ucraina e i separatisti filo-russi si sono scambiati 200 prigionieri: si è trattato del primo scambio di prigionieri di guerra dal 2017, in alcuni casi riguardante persone trattenute da anni.  La presidenza ucraina ha dichiarato che Kiev ha ricevuto 76 prigionieri, mentre fonti dei separatisti hanno reso noto che le autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk hanno accolto un totale di 124 persone. Lo scambio, riferisce l'Agi, è avvenuto al checkpoint di Mayorske, che separa l'area dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, controllata dai separatisti, con il territorio sotto il controllo dell'esercito ucraino. Gli autobus con i prigionieri consegnati dall'autoproclamata repubblica popolare di Lugansk sono stati i primi ad arrivare sul luogo dello scambio, dove c'erano rappresentanti della Croce Rossa e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Secondo la stampa russa e ucraina, nell'ambito dello scambio, Kiev doveva consegnare ai separatisti 5 poliziotti antisommossa sospettati di aver ucciso i manifestanti durante la rivolta nel 2014. Il che aveva provocato non poca indignazione popolare: le famiglie delle vittime hanno scritto una lettera aperta al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sostenendo che i poliziotti non avevano nulla a che fare con la guerra nel Donbass e che la loro liberazione potrebbe innescare una nuova ondata di proteste anti-governative. Lo scambio segue di qualche settimana il primo incontro faccia-a-faccia tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader ucraino, il 9 dicembre scorso a Parigi; incontro in cui i due hanno concordato misure per porre fine a quello che rimane come l'unico focolaio di guerra attivo in Europa.

Geopolitica

Putin e la cancelliera tedesca Angela Merkel ritengono “positivo” lo scambio di prigionieri avvenuto fra Kiev e i separatisti filorussi dell'est dell'Ucraina, riferisce il Cremlino a seguito di un colloquio telefonico tra i due leader. La Polonia ha convocato l'ambasciatore russo a Varsavia per protestare con fermezza contro le “insinuazioni storiche” di Putin, che aveva accusato la Polonia ante-guerra di aver colluso con Hilter e di aver sostenuto l'antisemitismo. Varsavia ha espresso “la sua ferma opposizione alle insinuazioni storiche fatte dalle massime autorità russe negli ultimi giorni”, ha dichiarato il vice ministro degli Esteri, Marcin Przydacz, citato dall'agenzia di stampa Pap. Putin aveva accusato due volte la Polonia di aver colluso con Hitler alla vigilia della seconda guerra mondiale. Parlando al ministero della Difesa russo, aveva dichiarato di essere a conoscenza di documenti che dimostrano che i polacchi “avevano praticamente stretto un accordo con Hitler”.

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