La libertà di stampa del Venezuela è di nuovo sotto attacco, e alcuni media locali dichiarano che la strategia che il presidente Nicolas Maduro – insieme a Diosdato Cabello, leader dell’ala militare e presidente della Asemblea Nacional – sembrerebbe aver messo in atto da circa due anni, somigli molto a quella utilizzata durante la dittatura di Hugo Chavez. Sono 22 i giornalisti che si sono visti proibire l’uscita dal Venezuela, su ordine del giudice Maria Eugenia Nuñez, che sono stati denunciati da Cabello per diffamazione per aver riportato una notizia che lo vedrebbe coinvolto con un giro di narcotraffico.
La “Sociedad Intramericana de Prensa” (Sip) – un’associazione di editori, giornalisti e direttori che conta almeno 1300 membri – ha duramente condannato l’ordine restrittivo emesso dal giudice, sottolineando come questa decisione mostra “ancora una volta come il sistema giuridico venezuelano sia usato come strumento del potere politico”.
I tre media citati riportarono la notizia che collocava Cabello come uno dei capi del “Cartello de Los Soles” che traffica cocaina in Venezuela, informazione basata su alcune dichiarazioni del militare Leamsey Salazar, capo del gruppo di sicurezza di Cabello.
Secondo il presidente della Sip, Gustavo Mohme, si va “verso quello che non sarà un giusto processo”. Inoltre il procedimento, sottolinea l’associazione di editori – “è contrario ai principi” stabiliti dalla Corte Intramericana dei Diritti Umani che stabilisce che “i media non possono essere responsabili per aver pubblicato in forma fedele informazioni che furono originalmente diffuse da altri media”.