Il Consiglio Nazionale Elettorale, il Cne, del Venezuela ha deciso di bloccare la raccolta di firme necessarie per la richiesta di referendum per ottenere la revoca del mandato presidenziale a Nicolas Maduro. Già nei giorni scorsi, in quattro stati, i tribunali avevano sospeso la raccolta delle firme, spiegando che la loro decisione era dovuta a dei presunti brogli. Immediate le proteste dell’opposizione che – oltre ad aver accusato Maduro per il collasso economico del Paese – ha definito la decisione del Cne incostituzionale.
Henrique Capriles, principale leader dell’opposizione ed ex candidato alle presidenziali, ha affermato dal canto suo che la giustizia ha emesso un’interdizione a uscire dal territorio a nei suoi confronti e in quelli di altri sette dirigenti del Tavolo dell’Unità Democratica.
Inoltre, all’inizio di ottobre, il presidente Maduro aveva annunciato la cancellazione di tutti gli appuntamenti elettorali previsti per il 2016 e per il 2017,sostenendo che ora l’unica priorità è soltanto quella di affrontare la grave crisi che ha colpito il Paese.
La campagna sarebbe dovuta partire il 27 ottobre. Ci voglio almeno 4 milioni di firme, ossia l’assenso del 20% dell’elettorato per ottenere il voto. Per arrivare a questo, in una fase precedente, deve essersi espresso a favore del referendum almeno l’1% degli aventi diritto. Queste firme sono state presentate ma diversi tribunali locali avrebbero trovato irregolarità, da qui l’accusa di frode.