Sempre più paesi stanno aderendo alla creazione della Asian Infrastructure investiment Bank, promossa dalla Cina. Dopo il malcontento di Washington per gli investimenti dell’Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna, anche la Russia e la Corea del Sud entrano nel gruppo. Sembra che gli scacchieri geopolitici mondiali stiano cambiando, concedendo all’Asia un potere maggiore, chiara testimonianza della maturazione di tutto il continente orientale. Comunque sono più di 60 i Paesi tra Asia, Europa, Oceania che hanno firmato per entrare a far parte dell’Aiib, e, almeno per ora, Stati Uniti, Giappone e India rimangono in disparte.
Sembra quindi più che reale l’alternativa che si sta creando al Fondo Monetario Internazionale e alla Banca Mondiale, controllate da Usa e Europa, che sta spostando l’ago della bilancia dell’equilibrio mondiale. Due le possibili conclusioni, da una parte la Cina sembra che stia sfruttando la crisi globale per ridefinire il piano economico generale, grazie al quale andrà incontro ad una crescita significativa. Inoltre, il mondo si troverà ora con due superpotenze equivalenti: Stati Uniti e Cina, tutto questo renderà i mercati più volatili.
Il programma proseguirà un programma di “riforme e apertura” promossa già da Deng Xiaoping nel 1979. La versione del presidente cinese Xi Jinping è stata denominata la “Nuova via della Seta”, che collegherà la Cina occidentale a Capo Horn in Africa, passando per l’Italia. Sempre più isolati in questa situazione sono gli Stati Uniti, che nonostante i vari appelli lanciati soprattutto ai Paesi dell’Eurozona, non sono riusciti a tenere gli investitori lontani dal nuovo piano orientale. Comunque sembra che la banca sarà operativa dalla fine di quest’anno.