Continua la discussione nel Parlamento statunitense tra democratici e repubblicani sulla regolamentazione del possesso di armi da fuoco. Dopo 12 ore di sit in dei deputati dem all’interno della Camera Usa, il repubblicano Paul Ryan, speaker della Camera, ha interrotto la protesta per chiedere ai repubblicani di agire in Congresso per fermare le violenze commesse con le armi.
“Ogni tanto bisogna fare qualcosa al di fuori dell’ordinario, per trovare una via d’uscita quando non c’è. Siamo stati troppo calmi per troppo tempo -ha commentato ieri il deputato statunitense John Lewis, leader del sit in e conosciuto per il suo storico contributo al movimento per i diritti civili – ci sono momenti in cui devi dire qualcosa, devi fare un po di rumore, devi muoverti. Questo è il momento. Questa è l’ora di agire. Non resteremo più in silenzio”.
Neanche la strage di Orlando di 10 giorni fa, dove sono state uccise 49 persone, ha convinto il Congresso ad agire per aumentare i controlli e rendere più difficile l’acquisto di armi alle persone pericolose, per esempio vietandolo a chi è inserito nella lista dei presunti terroristi. Lunedì, due proposte repubblicane e altrettante democratiche sono state respinte in Senato.
Ryan ha definito la protesta “una trovata pubblicitaria” e si è rifiutato di acconsentire al voto sui 2 testi proposti dai Democratici: uno sull’aumento dei controlli delle vendite di armi alle fiere e su internet, mentre il secondo ha l’obiettivo di evitare che coloro che si trovano sulla lista no-fly dell Fbi possano acquistare armi. Lo speaker ha anche tentato per l’intera sessione di mettere in votazione altre leggi ma i democratici hanno scandito lo slogan “No bill, no break!”, facendo riferimento all’intenzione di aggiornare la seduta del Congresso a dopo le vacanze del 4 luglio.