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Usa: il Senato conferma la nomina di Christopher Wray a capo dell’Fbi

Christopher Wray è stato confermato dal Senato Usa quale nuovo direttore dell’Fbi al posto di James Comey. I vati favorevoli sono stati 92, quelli contrari 5. Wray assume le redini di un’Fbi orfana di Comey licenziato dal presidente Donald Trump. Nel corso dell’audizione in Senato per la sua conferma, il neo direttore della polizia federale ha rassicurato sul fatto che non giurerà lealtà a Trump e si dimetterà nel caso subisse pressioni per accantonare un’indagine. Wray, laureato a Yale, è stato procuratore federale ad Atlanta, e poi è entrato al Dipartimento di Giustizia. Ha lavorato con Comey, sostenendolo nel braccio di ferro con il presidente George W. Bush, che premeva per il via libera alle intercettazioni telefoniche senza autorizzazione.

Quello di Comey è stato uno dei tanti licenziamenti eccellenti disposti da Trump dopo l’insediamento alla Casa Bianca. La prima testa a cadere è stata quella di Sally Yates, il ministro della giustizia ad interim e una delle ultime eredità dell’era Obama. A poche ore dalla scadenza del suo mandato (sarebbe stata automaticamente sostituita da Jeff Sessions la cui conferma in Senato era attesa il giorno seguente) Yates è stata fatta fuori a sorpresa per essersi “rifiutata di attuare” il Muslim Ban. Yates è colei che messo in guardia la Casa Bianca su Michael Flynn, ritenuto “ricattabile” dai russi.

Proprio a Flynn, travolto dal Russiagate, Trump è stato a malincuore costretto a rinunciare. Fra le vicissitudini di Flynn ha traballato anche il ministro della Giustizia Sessions, che per mettersi al riparo dalla critiche ha scelto di astenersi dalle indagini sul Russiagate. Una decisione che continua a pagare duramente, essendo oggetto di critiche quasi quotidiane da parte del presidente.

Sullo spettro della Russia sulle elezioni è caduto anche lo stesso Comey, licenziato ufficialmente per la gestione dell’emailgate. La scure di Trump si è poi scagliata contro i procuratori generali dell’era Obama e in particolare con il potente procuratore di New York, Preet Bharara. Nell’ultima settimana altre due uscite eccellenti: Priebus e Spicer, caduti sotto quella che sembra la scure del nuovo fedelissimo di Trump, il direttore della comunicazione Anthony Scaramucci. Con la sua nomina rischia Steve Bannon, il controverso stratega della Casa Bianca dalle posizioni di estrema destra che Trump aveva messo nel Consiglio nazionale per la sicurezza. Salvo poi “sollevarlo” da quell’incarico in seguito alle feroci polemiche.

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