Nuovo fallimento in politica economica del Presidente Usa Barack Obama. La Camera dei rappresentanti ha bloccato, per mano dei Democratici, una misura che avrebbe dato al Presidente i poteri estesi di negoziato necessari per accelerare la chiusura del TPP, l’enorme accordo commerciale tra gli Stati Uniti e 12 Paesi della regione Asia-Pacifico. Ironia della sorte, Obama è stato abbandonato dal suo stesso partito proprio sul TTP, una delle priorità assolute del suo secondo mandato.
Due erano i voti previsti e collegati tra loro dell’emendamento: il primo sul TAA – il Trade Adjustment Assistance – una legge che avrebbe permesso di dare assistenza e fare formazione a quei lavoratori americani che avrebbero perso il posto di lavoro una volta approvato il TPP perché penalizzati dagli accordi commerciali. Il secondo voto concerneva il cosiddetto “fast track”, – o “procedura accelerata” – l’opzione per concedere ad Obama i poteri necessari a concludere rapidamente i negoziati transpacifici senza dover passare per il Congresso.
Durante i negoziati, le condizioni poste da Obama non sono però piaciute né ai repubblicani, né a una parte dei democratici. Proprio questi ultimi sono stati decisivi nella bocciatura dell’emendamento, che ha bloccato di fatto la possibilità per il Presidente di approvare accordi commerciali con altri Paesi, compreso il TTP. A poche ore dal voto definitivo da parte della Camera dei Rappresentanti, Obama era anche andato a Capitol Hill per l’ultimo pressing sui parlamentari democratici ancora indecisi, ma senza riuscire nel suo intento. Il “pollice verso” è un duro colpo per il Presidente Usa, che ha fatto del libero scambio la priorità economica della fine del suo mandato. Il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha affermato che Obama continuerà a lavorare per l’approvazione del Fast track e della sua agenda commerciale, nonostante il “no” del suo stesso partito.