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Usa: è morto Otto Warmbier, lo studente rilasciato in coma dalle autorità di Pyongyang

Otto Warmbier non ce l’ha fatta. Lo studente universitario statunitense, 22 anni, rilasciato in stato di coma dalla Corea del Nord per “ragioni umanitarie”, è deceduto dopo meno di una settimana dal suo rientro negli Stati Uniti. A rendere nota la notizia del decesso è stata la sua famiglia, con un comunicato dall’ospedale di Cincinnati, dove era ricoverato.

“Nostro figlio torturato dai nordcoreani”

Nel ringraziare l’ospedale per l’assistenza ricevuta, la famiglia ha sottolineato che “sfortunatamente, il terribile trattamento di torture ricevuto da nostro figlio per mano dei nordcoreani ha fatto sì che non fosse possibile altro esito”, che quello della morte. Nei giorni scorsi il padre di Otto ha tenuto una conferenza stampa durante la quale ha accusato pubblicamente Pyongyang di aver seviziato e tenuto a lungo segrete le condizioni di salute del giovane. Le autorità americane non si sono pronunciate su queste accuse, limitandosi a vantare il successo di aver riportato a casa un connazionale, anche se altri tre restano detenuti.

Botulismo o torture?

Il giovane studente è stato rilasciato dalle autorità di Pyongyang lo scorso 13 giugno. Solo una settimana prima i suoi genitori erano venuti a conoscenza delle sue reali condizioni di salute. Otto infatti – detenuto da 17 mesi – era in coma da un anno. Le sue condizioni di salute si erano deteriorate drasticamente dopo la sua condanna. Da Pyongyang hanno spiegato il coma dello studente con il botulismo e l’assunzione di sonniferi. Ma i medici Usa non hanno trovato alcuna traccia di botulismo attivo – si tratta di una malattia rara e grave, causata da cibo contaminato o ferite sporche -, ma hanno riscontrato e accertato una grossa perdita di tessuto cerebrale in tutte le regioni del cervello, compatibile con un arresto respiratorio che bloccato l’ossigeno. I medici non hanno trovato segno di fratture. Non è chiaro, quindi, cosa abbia potuto causare l’arresto respiratorio in Otto, anche se l’ipotesi più accreditata secondo i medici sarebbe la tortura.

L’arresto di Otto Warmbier

Il 22enne si trovava in Corea del Nord nella notte di capodanno: da lì sarebbe andato ad Hong Kong, dove avrebbe dovuto studiare per un anno. Quella notte è andato in un piano dell’hotel al quale avevano accesso solo i dipendenti, cercando di rubare una pubblicità pro regime. È stato accusato di “atto ostile contro lo stato“, e dopo un’ora di processo condannato a 15 anni di reclusione con lavori forzati per presunti atti contro il governo di Kim Jong Un.

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