Si fa sempre più difficile la situazione fra Stati Uniti e Iran, dopo che il Pentagono ha tentato di rafforzare l'ipotesi di coinvolgimento di Teheran nell'incendio alle petroliere del Mare di Oman pubblicando nuove foto del presunto attacco. Nessuna prova ancora, ma certamente un'ulteriore fonte di instabilità. La Comunità internazionale inizia a guardare con preoccupazione a quanto accade in Medio Oriente anche perché, nelle ultime ore, un funzionario iraniano, l'ambasciatore in Gran Bretagna Hamid Baeidinejad, ha lanciato un messaggio tutt'altro che rassicurante: “Ci si sta avviando verso uno scontro e questa è una cosa seria per tutta la regione. Mi auguro che a Washington si proceda con cautela e non si sottovaluti la determinazione dell'Iran”. Un modo per ribadire l'estraneità del Paese negli incidenti subiti dalle petroliere ma anche per far capire quanto Teheran sia disposta a tutto pur di non cedere alle pressioni statunitensi.
Ulteriori rinforzi
Intanto, dagli Stati Uniti non stanno a guardare e si continua a offrire un contributo alla progressiva escalation militare in una zona fortemente instabile come l'area del Golfo Persico: gli Usa, infatti, pare che invieranno ulteriore 1000 unità dell'esercito più ulteriori risorse, rafforzando il contingente in Medio Oriente proprio in virtù dei recenti sviluppi sulla questione dello Stretto di Hormuz. A riferirlo è stato il segretario alla Difesa, Patrick Shanahan, il quale ha spiegato che “in risposta a una richiesta del Comando Centrale degli Stati Uniti per ulteriori forze, e con il parere del Presidente del Capo di Stato Maggiore congiunto e in consultazione con la Casa Bianca, ho autorizzato circa 1.000 truppe aggiuntive a scopo difensivo per affrontare minacce in aria, navali e terrestri in Medio Oriente”.
L'annuncio
A sostegno dei nuovi rinforzi previsti nell'area del Golfo, il segretario della Difesa spiega che “i recenti attacchi iraniani convalidano l'attendibile e credibile informazione di intelligence che abbiamo ricevuto sul comportamento ostile delle forze iraniane e dei loro gruppi di delegati che minacciano il personale e gli interessi degli Stati Uniti in tutta la regione”. Inoltre ha precisato che “l'azione oggi intrapresa è per garantire la sicurezza e il benessere del nostro personale militare che lavora in tutta la regione e per proteggere i nostri interessi nazionali. Continueremo a monitorare la situazione diligentemente e ad apportare modifiche ai livelli di forza, se necessario, dati i rapporti di intelligence e minacce credibili”.