Continuano i tira e molla tra Usa e Russia in un clima tutt’altro che disteso. Oggi il segretario di Stato americano, John Kerry, ha chiesto al suo omologo russo, Sergey Lavrov, di fare presseione da parte di Mosca ai separatisti filorussi per far applicare il cessate il fuoco nell’Est dell’Ucraina. Inoltre, in una conversazione telefonica, il capo della diplomazia americana “ha esortato la Russia a cogliere l’occasione” delle prossime riunioni diplomatiche internazionali per “accelerare l’applicazione progressiva degli accordi di Minsk”, ha riferito il dipartimento di Stato.
Ma la crisi in Ucraina non è stato l’unico argomento discusso dai due ministri. Kerry e Lavrov, ha detto il portavoce del dipartimento di Stato John Kirby, hanno parlato anche di “Siria, Iran, Yemen e Consiglio artico”. Se la notizia potrebbe far sperare in un’apertura da parte dei due Paesi, occorre ricordare che solo ieri il Cremlino aveva mostrato i denti, annunciando che risponderà a tono alle armi della Nato che verranno messe lungo il confine est dell’Europa, per capirci meglio al confine proprio con la Russia.
Solo un mese fa, il 12 maggio, dopo che John Kerry si è incontrato a Sochi con il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, il politico statunitense ha espresso “la gratitudine al Presidente Obama per la disponibilità della Russia a partecipare a questo dibattito”. Tuttavia, il martedì, in Germania, dopo la conclusione del vertice del G7, Obama ha di nuovo parlato di “isolare” la Russia dal G7. “Il presidente degli Stati Uniti ha preso atto con soddisfazione evidente che i ‘sette’ sono disposti ad imporre significative ulteriori sanzioni contro la Russia. Queste mosse sembra che non facciano altro che innervosire di continuo i vertici di Mosca.