La corsa verso la presidenza degli Stati Uniti d’America perde uno dei suoi concorrenti. Il governatore del Wisconsin, Scott Walker, ha infatti annunciato di essersi ritirato dalle primarie e di aver conseguentemente sospeso la sua campagna per la nomination repubblicana alla Casa Bianca. La scelta è stata determinata dalla brutta caduta che ha avuto il 48enne governatore negli ultimi sondaggi: il suo consenso è precipitato dall’11% di agosto all’attuale 1%.
Questo di Walker è già il secondo ritiro nel Grand Old Party, segno che qualcosa all’interno del partito Repubblicano si sta evolvendo. Prima di lui si era ritirato anche l’ex governatore del Texas Rick Perry dopo una campagna elettorale decisamente sotto tono e con consensi sempre inferiori al 4%. La nuova rinuncia facilita ulteriormente il cammino verso lo studio ovale al miliardario Donald Trump che resta in testa nei sondaggi (24%) nonostante un calo di 8 punti a seguito delle frasi a sfondo razzista indirizzate ai clandestini messicani e al conseguente licenziamento dal canale televisivo Nbc, per il quale il biondo magnate conduceva da 8 anni un seguitissimo talent show su come diventare ricchi. Nella classifica del Gop, Trump è seguito da Carly Fiorina (15%) in netta rimonta e da Ben Carson (14%).
Sul fronte democratico, il 10 settembre scorso il senatore del Vermont, il 74enne Bernie Sanders, aveva scalzato dal podio dell’asinello Hillary Clinton piazzandosi al primo posto tra i contendenti per la nomination democratica nella corsa alla Casa Bianca. A pesare sul calo di consensi dell’ex First Lady, lo scandalo detto “Mailgate”: il contestato uso, cioè, di un account privato di posta elettronica mentre era a capo della diplomazia Usa. “È stato un errore e mi prendo le mie responsabilità”, aveva dichiarato mesi dopo l’avvio dell’inchiesta federale. Forse le scuse sono arrivate troppo tardi.