Il muro si farà, anche se sarà una barriera fatta solo di filo spinato. Questo è quanto avverrà dopo che il parlamento ungherese ha approvato gli emendamenti che inaspriscono la legge sul diritto d’asilo. Le nuove normative, approvate con 151 favorevoli e 41 contrari, forniranno il contesto giuridico per la costruzione di una barriera lungo la frontiera con la Serbia, nel sud del Paese, in modo da bloccare il flusso dei migranti irregolari. Si prevede infatti l’espropriazione dei terreni che si trovano sul tracciato della futura barriera, su un’ampiezza di dieci metri. La nuova legislazione entrerà in vigore il 1 agosto.
In base alla nuova normativa, saranno accorciati i tempi per valutare le richieste di asilo e saranno limitate le possibilità di ricorso. Budapest inoltre potrà respingere le domande dei migranti che nel loro viaggio dalla Siria, dall’Afghanistan o dall’Iraq hanno attraversato Paesi considerati sicuri. Inoltre, i migranti potranno essere trattenuti in campi provvisori fino alla chiusura della procedura che li riguarda. Inoltre, le nuove regole, duramente criticate dall’agenzia Onu per i rifugiati, permetteranno alle autorità di cancellare le richieste d’asilo, se i richiedenti lasceranno la loro residenza designata in Ungheria per più di 48 ore senza autorizzazione.
Negli ultimi anni l’Ungheria è diventato uno dei principali paesi di transito all’interno dell’Unione europea per i migranti che cercano di raggiungere l’Austria e la Germania. La maggior parte di loro proviene dall’Iraq, dall’Afghanistan, dalla Siria e dal Kosovo. Le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa hanno criticato il governo ungherese guidato dal premier conservatore Viktor Orbán, sostenendo che la legge indebolirà la protezione dei profughi in Ungheria.