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Un milione in piazza a Barcellona contro la secessione

Dopo le numerose manifestazioni spontanee di ieri, a Madrid come a Barcellona e in decine di altre città spagnole, contro la ventilata secessione della Catalogna, oggi migliaia di persone si sono ritrovate in piazza, nel centro di Barcellona, convocate da Societat Civil Catalana, sotto lo slogan “Basta, recuperiamo il buon senso”, a difesa dell'unità della Spagna. Quasi un milione di persone (940.000) per gli organizzatori, 350.000 secondo la polizia locale (non proprio super partes). Tante le bandiere della Spagna e della Catalogna, si sono sentiti fischi di protesta al passaggio della polizia catalana, i Mossos d'Esquadra. Fra gli slogan cantanti dalla folla, i più popolari sono contro il presidente catalano (“Puigdemont in prigione!”) e contro il capo della polizia catalana dei Mossos (“Trapero traditore!”). Secondo Tv3, si tratta della più grande manifestazione unionista mai svoltasi a Barcellona.

Il corteo

La manifestazione è partita a mezzogiorno per attraversare lungo un chilometro il centro della città, da piazza Urquinaona, attraverso Via Laietana, fino a viale Marques de Argentera, di fronte alla stazione Francia. La folla, in un mare di bandiere spagnole e catalane, ha riempito Via Laietana dove si trova la sede della Polizia Nacional spagnola, che i manifestanti passando acclamano. Nella prima fila del corteo il prefetto spagnolo in Catalogna Enric Millo, il ministro della sanità di Madrid Dolors Montserrat, il Nobel di letteratura Mario Vargas Llosa, che si è pronunciato più volte contro l'indipendenza, chiamato a leggere un manifesto anti-indipendentista, l'ex-presidente spagnolo dell'Europarlamento, il socialista Josep Borell.  “Ci sono molti catalani che non si sentono rappresentati dagli indipendentisti – ha detto lo scrittore di origini peruviane che per molti anni ha vissuto a Barcellona – contrari al colpo di stato voluto dal governo locale e che, semmai, pensano che Spagna e Catalogna, unite da cinque secoli, non potranno essere divise da niente e da nessuno”. La manifestazione ha l'appoggio dei tre partiti unionisti, popolari, socialisti e Ciudadanos. Nel corteo si trovano diversi esponenti politici spagnoli, fra cui la presidente Pp della regione di Madrid Cristina Cifuentes, il presidente di Ciudadanos Albert Rivera e il dirigente del Pp catalano Xavier Albiol.

Martedì il discorso di Puigdemont

La manifestazione si svolge a due giorni dall'atteso discorso che il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, pronuncerà nel Parlament, un discorso sulla “situazione politica attuale”, ma con la dichiarazione di indipendenza sul tavolo. Questa mattina circa 400 persone si erano riunite di fronte la sede della Guardia Civil per ringraziare le forze di sicurezza per la difesa dell'ordine costituzionale e l'”esemplare comportamento” del primo ottobre. Anche il gotha dell'economia catalana sta facendo pressing su Puigdemont perché faccia un passo indietro ed eviti così la fuga delle principali aziende e banche della Catalogna.

Le parole di Rajoy

Intervistato da El Paìs, il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy ha replicato a quanti lo hanno criticato per non aver ancora applicato l'articolo 155 della Costituzione che prevede la sospensione delle autonomie al fine di impedire la dichiarazione di indipendenza. “Devo cercare di essere giusto, devo ascoltare la gente, e so quanto pensano in molti. Ho però soprattutto l'obbligo di mantenere la calma. E' il mio primo dovere perché altrimenti posso prendere una decisione sbagliata – ha detto Rajoy – Ho l'obbligo di non sbagliare, è probabilmente la cosa più difficile di tutte”. Questa mattina il premier ha lanciato due tweet. Nel primo ha incitato i manifestanti unionisti: “In difesa della democrazia, la Costituzione e la libertà. Preserviamo l'unità della Spagna. Non siete soli”. Il capo del governo ha inziato il 'cinguettio' con l'hashtag #RecuperemElSeny, che rilancia lo slogan (Recuperiamo il buon senso), parola d'ordine dei cittadini riuniti a Barcellona. Poco prima, in un altro tweet, aveva ripetuto che il governo di Madrid “impedirà l'indipendenza della Catalogna”.

L'intervento di Gentiloni

Sulla situazione politica in Spagna è intervenuto da Aosta anche il primo ministro Gentiloni: “Mi auguro che la crisi che si è aperta in Spagna si possa risolvere, nel rispetto dei principi costituzionali di quel Paese e con un metodo che eviti un'escalation di violenza di ogni genere”.

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