Padre Paolo Dall'Oglio, il gesuita rapito nel 2013, sarebbe stato ucciso dall'Isis “pochi giorni dopo la sua cattura a Raqqa”. A rivelarlo è un ex membro del Califfato, ora prigioniero in un carcere curdo nel nord della Siria, intervistato dal giornale panarabo Asharq al-Awsat.
La rivelazione
Il miliziano, identificato come “A.A.” e di nazionalità marocchina afferma che a uccidere Dall'Oglio sarebbe stato tale Abu Luqman ar Raqqawi, membro dell'Isis originario di Raqqa. Ma non fornisce alcuna prova delle sue dichiarazioni. “Nell'estate del 2014 siamo stati contattati da un'associazione legata al Vaticano che, tramite mediatori in Turchia, chiedeva di incontrarci per conoscere la sorte di Padre Dall'Oglio e di un giornalista italiano allora scomparso”, ha raccontato l'ex militante Isis che ha aggiunto: “Ho allora chiamato il comandante generale Abu Muhammad al Iraqi, e lui ha avvertito di non fare domande su Padre Paolo e ha rifiutato di incontrare l'associazione”. AA ha parlato anche dell'esistenza di un certo Abu Muslim Tawhidi, responsabile dell'Ufficio dei prigionieri: “I dossier erano tutti in mano sua. Lui solo sa chi è stato ucciso e chi è rimasto in vita”.
Il sequestro
Nel 2013 Dall'Oglio è giunto nel nord della Siria, controllato dai ribelli, dove si è impegnato in difficili trattative per la liberazione di un gruppo di ostaggi. Mentre si trovava nel capoluogo siriano di Raqqa per cercare di riappacificare i rapporti tra i gruppi curdi e i jihadisti arabi si sono perse le sue tracce. Il 29 luglio 2013 sarebbe stato rapito da un gruppo di estremisti islamici vicino ad al-Qāʿida. Il 12 dello stesso anno un sito arabo ha diffuso la notizia della sua uccisione, che l'allora ministra italiana degli Esteri, Emma Bonino, non è stato in grado di confermare o smentire. Il luogo dove sarebbe stato gettato il suo corpo sarebbe la foiba al Houta nella zona di Raqqa.