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Ultimatum scaduto: Madrid sospenderà l’autonomia

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Doveva essere il giorno della verità per la Catalogna, con il presidente Carles Puigdemont chiamato a fornire una risposta sul futuro della regione e, più nello specifico, sulla sua indipendenza, proclamata il 10 ottobre scorso ma, di fatto, non ancora ufficializzata. La risposta esaustiva richiesta al leader catalano, però, non è arrivata e l’ultimatum concesso da Madrid è scaduto senza che fosse stata definita la linea d’azione della Generalitat: per questo, sabato prossimo, il Governo spagnolo si riunirà a Madrid per decretare l’applicazione dell’articolo 155, quello che sospenderà l’autonomia della Catalogna.

Catalogna, lo scenario

Oscillando pericolosamente tra repubblica e commissariamento, con un intero popolo a reclamare chiarezza sul proprio futuro, Puigdemont era chiamato a fornire quelle risposte esaustive che, in nome di un dialogo che dal Governo centrale è sempre stato bandito, ha finora posticipato. Del resto, la linea dura di Madrid è stata confermata dall’arresto, due giorni fa, di due dei principali leader indipendentisti catalani (Jordi Sanchez e Jordi Cuixart) e, solo poche ore prima, dal rigetto della missiva spedita dal presidente al Consiglio dei ministri, annunciata dalla vicepresidente Saenz de Santamaria. Una lettera nella quale Puigdemont aveva provato a instaurare un paio di mesi di trattative, incorrendo però nella bocciatura totale da parte dei vertici del Governo.

Ore cruciali

Il clima che si respira in Spagna, al momento, è quello dell’incertezza: da una parte per il timore delle ripercussioni popolari che potrebbero quasi certamente a verificarsi con l’applicazione del 155, dall’altra per lo sconquasso che una dichiarazione d’indipendenza ufficiale potrebbe provocare non solo in territorio iberico ma anche nel resto d’Europa. La stessa dichiarazione che Puigdemont ha detto che avrebbe ufficializzato qualora il Governo centrale avesse adottato la linea della repressione. Anche (e soprattutto) per queste due ragioni, il premier Mariano Rajoy aveva invitato al “buon senso” le autorità catalane, confermando di fatto l’applicazione del pugno duro in caso di indipendenza. Dal canto suo, il presidente della Generalitat ha confermato che, qualora il Governo non aprisse al dialogo, la dichiarazione ufficiale ci sarà. Di certo, qualunque cosa infine si decida, le prossime ore saranno fra le più complicate della storia recente della Spagna.

Mattia Damiani: