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ULTIMATUM DEI RIBELLI ALL’UCRAINA. KIEV RISPONDE IMPORTANDO “ARMI LETALI”

Nuovo ultimatum dei ribelli filorussi all’Ucraina. “Kiev ha 24 ore di tempo per rispettare gli impegno presi – afferma un portavoce delle autorità ribelli di Donetsk – .Se il Parlamento non adotterà questa decisione nelle prossime 24 ore, sarà evidente a tutti che Kiev non intende rispettare le linee guida per la pace”.

Rappresentanti di Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Doneck (Dnr), e Repubblica Popolare di Lugansk (Lnr) avevano firmato il Protocollo di Minsk, capitale della Bielorussia, il 5 settembre 2014 per porre fine alla guerra dell’Ucraina. L’accordo, siglato sotto gli auspici della Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce) prevedeva un immediato cessate il fuoco bilaterale e una decentralizzazione del potere attraverso l’adozione di una legge ucraina su “accordi provvisori di governance locale in alcune zone delle oblast (regioni) di Doneck e Lugansk” (“legge sullo status speciale”).

I leader Alexander Zakharchenko del Dnr e Igor Plotnitsky (Lnr) hanno inviato una lettera aperta al presidente francese Francois Hollande e alla cancelliera tedesca Angela Merkel, sostenendo come l’Ucraina stia sabotando gli impegni presi in Bielorussia. “Siamo costretti a rivolgersi a voi come garanti degli accordi di Minsk per fare pressioni sull’Ucraina – si legge nel testo – tramite anche sanzioni personali ed economiche, per costringere il governo di Kiev ad attuare una serie di misure approvate dal gruppo di contatto il 12 febbraio di quest’anno con la vostra attiva partecipazione”.

Tra gli altri punti della lettera dei rappresentanti delle repubbliche separatiste, si indicano la richiesta di inviare esperti per contribuire alla ripresa del sistema bancario del Donbass, il divieto di ingresso nel territorio dell’Unione Europea di alcuni politici ucraini, nonché di sospendere l’assistenza finanziaria a Kiev, fino a quando le autorità ucraine non assicureranno le condizioni per l’eliminazione del blocco economico e per la risoluzione politica del conflitto.

Keiv, dal canto suo, non è rimasta a guardare. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha dichiarato ieri, in un’intervista alla tv 1+1 ripresa dall’agenzia Interfax, che il governo ha “firmato contratti per importazioni di armi, anche letali, con 11 Paesi europei”. Non ha però specificato quali siano questi Paesi, né ha reso noti i dettagli degli accordi per l’eventuale invio di armi “letali”. Nella stessa intervista, il presidente ucraino ha poi reso noto che le forze armate non registrano “perdite militari da diversi giorni”. E questo, ha concluso, “è un chiaro segnale di graduale de-escalation” nel conflitto del Donbass.

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