Si aggrava la “guerra di spie” tra la Russia e l'Occidente, in un clima che sembra riportare il mondo ai tempi bui della “guerra fredda”. Il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, da Varna, in Bulgaria, ha annunciato che 14 stati membri dell'Unione europea hanno deciso di espellere i diplomatici russi in seguito all'avvelenamento dell'ex spia del Kgb, Sergei Skripal, e di sua figlia a Salisbury, in Gran Bretagna, il 4 marzo. Due saranno espulsi dall'Italia: “A seguito delle conclusioni adottate dal Consiglio Europeo del 22 e 23 marzo scorso – spiega una nota della Farnesina – in segno di solidarietà con il Regno Unito e in coordinamento con partner europei e alleati Nato, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha notificato oggi la decisione di espellere dal territorio italiano entro una settimana due funzionari dell'Ambasciata della Federazione Russa a Roma accreditati in lista diplomatica”.
La Germania annuncerà nel pomeriggio l'espulsioni di 4 rappresentanti russi; altrettanti saranno espulsi dalla Francia e dalla Polonia. “Considerando che l'attacco di Salisbury rappresenta una minaccia grave alla nostra sicurezza collettiva e al diritto internazionale – afferma in una nota ufficiale il Quai d'Orsay – ricordando che il Consiglio ha convenuto che non esiste altra spiegazione possibile che la responsabilità della Russia” e “per solidarietà con i nostri partner britannici” la Francia ha deciso l'espulsione dei diplomatici russi “entro una settimana”.
Provvedimenti analoghi sono stati già annunciati anche da Ucraina, Danimarca e Repubblica Ceca. L'Estonia ha deciso di espellere l'attaché militare dell'ambasciata russa: lo ha comunicato il ministro degli Esteri Sven Mikser. “Le sue azioni non sono in linea con la Convenzione di Vienna sulla diplomazia” ha affermato. Anche le altre repubbliche baltiche stanno adottando provvedimenti simili, come l'Albania che ha espulso due diplomatici russi.
Stesse misure oltreoceano: la ritorsione autorizzata dal presidente americano, Donald Trump, richiede che 48 ufficiali d'intelligence del consolato russo a Seattle (che sarà chiuso) e altri 12 della rappresentanza russa presso l'Onu lascino gli Usa entro una settimana. La Casa Bianca ha esortato Mosca a cambiare atteggiamento per migliorare le relazioni. Lo ha detto annunciando la raffica di espulsioni: “Gli Stati Uniti sono pronti a cooperare per costruire un rapporto migliore con la Russia, ma questo può accadere solo se il governo russo cambia atteggiamento”, si legge in una nota della Casa Bianca. Estremamente esplicita Nikki Haley, ambasciatrice americana all'Onu: “La decisione del presidente Trump dimostra che le azioni della Russia hanno delle conseguenze. Al di là del comportamento destabilizzante della Russia in tutto il mondo, come la sua partecipazione alle atrocità in Siria e le sue azioni illegali in Ucraina – ha continuato – ora ha usato un'arma chimica entro i confini di uno dei nostri più stretti alleati”. Haley ha poi sottolineato che “qui a New York, Mosca usa le Nazioni Unite come un rifugio sicuro per attività pericolose all'interno dei nostri confini. Oggi, gli Stati Uniti e molti dei nostri amici stanno inviando un messaggio chiaro, ossia che non tollereremo la loro cattiva condotta”. Anche il Canada ha deciso di espellere quattro rappresentanti russi. Comprensibile l'esultanza di Londra parla di che “straordinaria risposta internazionale” degli alleati.
La reazione russa è destinata a non farsi attendere: il primo vice presidente della Commissione affari internazionali del Consiglio della Federazione (il Senato russo), Vladimir Dzhabarov, ha affermato che sarà speculare nei confronti degli Stati Uniti, con l'espulsione di 60 diplomatici americani. “E' chiaro che la decisione verrà presa dai vertici dello Stato, ma è anche chiaro che le misure saranno speculari e riguarderanno lo stesso numero di dipendenti delle missioni diplomatiche. Gli Usa riceveranno così come risposta un tale regalo”. A detta del senatore, la decisione di espellere i diplomatici russi è stata presa da Trump “sotto forte pressione” dell'establishment americano, contrario al fatto che il capo della Casa Bianca si sia congratulato con Vladimir Putin per la sua rielezione a presidente e che abbia portato avanti i preparativi per un incontro con il leader russo. “Di conseguenza – ha detto Dzhabarov – Trump ha dovuto prendere la decisione dell'espulsione per dimostrare che non è un amico della Russia”. “Si capisce che questo passo ostile di questo gruppo di Paesi non passerà senza conseguenze, reagiremo” ha fatto sapere il ministero degli Esteri in un comunicato. A detta del dicastero, sul caso Skripal la Gran Bretagna ha una posizione “ipocrita”. Mosca continua a denunciare di non aver ricevuto da Londra alcuna informazione su quello che è stato un attentato alla vita di cittadini russi.