Le formazioni politiche che mirano al varco della “Rada Suprema” sono molte. E per l’Ucraina la vigilia di queste elezioni è particolarmente tesa. Il premier uscente Arseny Yatsenyuk accusa duramente il governo russo di ingerenza e disturbo negli affari nazionali. “E’ evidente – afferma – che ci sono provocazioni da parte russa e che questo continuerà. Non sono riusciti a sabotare le elezioni presidenziali, ma ci hanno provato e non hanno rinunciato ai propri piani”.
La Russia, attualmente sotto embargo internazionale, afferma di non avere presa sul corpo elettorale. Ma il suo ruolo nel conflitto del Paese le permette di mantenere un alto condizionamento economico e politico: “Noi ci auguriamo che le elezioni si tengano nel rispetto dei principi e delle norme democratiche – ha affermato un portavoce del ministro degli esteri russo – e l’Ucraina vedrà l’inizio di una graduale stabilizzazione politica. Speriamo anche che il nuovo Parlamento ucraino sia in grado di creare le condizioni per rilanciare la nostra cooperazione attraverso le strutture parlamentari”. Intanto Oleg Boiko, attivista per i diritti umani e candidato indipendente, è stato bloccato e aggredito durante la scorsa notte da sconosciuti armati di pistola, che dopo averlo pestato gli hanno intimato di rinunciare alla propria candidatura.
Secondo gli ultimi sondaggi, la coalizione in testa alle proiezioni è quella di Petro Poroshenko, presidente della repubblica, e Vitaly Klitshko, il sindaco di Kiev, che detengono il ben 30% delle preferenze. Immediatamente secondo è invece il partito populista dell’attivitsta Oleg Lyashko, che detiene ora il 10% dei voti, mentre solo un mese fa raggiungeva appena il 6%. Yulia Tymoshenko, poi, si piazza al terzo posto con i sondaggi che la vedono preferita dal circa 6% della popolazione.
