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Ucraina: traballa ancora la tregua di Minsk

Il tragico bilancio della guerra civile in Ucraina lo ha dato l’Onu: 2.900 morti. Una carneficina per quella che Petro Poroshenko ha definito una battaglia per un mondo libero. “Questa guerra che questi giovani stanno combattendo oggi – ha detto – non è solo una guerra ucraina. È una guerra dell’Europa, ed è anche una guerra dell’America”.  Libertà e Ucraina, per Poroshenko, sono la stessa cosa, perché il suo Paese, ha spiegato alla Cbc durante la visita in Canada, “ha infranto qualsiasi speranza di ripristinare l’Unione Sovietica. Abbiamo attraversato il Rubicone, siamo una nazione europea”.

Il tutto mentre la tregua siglata a Minsk ancora traballa, sotto i colpi dell’artiglieria dei due schieramenti. Uno scambio a fuoco a Donetsk nella notte scorsa ha ucciso due persone e ne ha ferite altre quattro. Lo hanno riferito i separatisti fedeli a Mosca. Nella giornata odierna almeno 10 civili hanno perso la vita a causa di un bombardamento dell’artiglieria a Nizhnia Krinka, a 20 chilometri da Donetsk. L’esercito di Kiev ha accusato i miliziani secessionisti dell’attacco e ha denunciato anche l’utilizzo dei missili Grad che avrebbero distrutto nove abitazioni.

Intanto da Mosca arrivava la voce di un Vladimir Putin, pronto a far marciare l’esercito russo “non solo a Kiev, ma anche a Riga, Vilnius, Tallin, Varsavia e Bucarest”. Ci ha pensato il portavoce del Cremlin, Dmitri Peskov, a smentire tutto, definendo quelle parole “una bufala” cui non si deve prestare attenzione. Ma Mosca non sembra intenzionata a mollare la presa, 4mila soldati di stanza nella Crimea del nord sarebbero stati inviati al confine con l’Ucraina, secondo quanto affermato dal portavoce militare di Kiev Andrii Lisenko.”Si sono sistemati in piccoli gruppi tattici, dal Golfo di Karkinitski alla punta di Arabatski” ha raccontato, sostenendo inoltre che la Russia  usi i droni per la ricognizione nel sud est del paese Paese.

Un gesto che ha scatenato le reazioni dei diplomatici euoropei. La nuova Msr Pesc, Federica Mogherini, insieme al cancelliere austriaco Werner Faymann, ha detto che “Vladimir Putin deve dare seguito in modo immediato e concreto agli impegni assunti a Minsk” e “ritirare i militari russi dall’est dell’Ucraina”.

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