Nuovo passo verso Mosca da parte delle due autoproclamate repubbliche uscite dall’Ucraina che hanno introdotto il rublo russo come unica moneta per tutte le operazioni finanziarie. Il “consiglio dei ministri” di Lugansk ha stabilito che il rublo diventerà la moneta nazionale, anche se autorizza la circolazione parallela della hrivna ucraina, dell’euro e del dollaro usa.
A Donetsk invece il passaggio è stato meno formale e in poche ore dalla decisione, il cambio con la hrivha è salito da 1 a 3 gettando nel timore che a questo aumento dei prezzi non è legato un equivalente aumento dei salari e delle pensioni. L’idea di trasferire sotto la moneta di Mosca i separatisti, era promossa dai “falchi del Cremlino”, i “governi” del Donbass avevano lanciato la proposta di una moneta propria, mentre Kiev aveva chiuso il rubinetto dei trasferimenti. Dietro l’operazione monetaria, dunque, non c’è solo un messaggio politico, ma anche una presa d’atto della situazione economica di quelle aree dell’Ucraina che chiedono autonomia e che sono da tempo in guerra con il governo centrale di Kiev.