Sarà forse per la gestione del conflitto nell’est del Paese, ma la leadership di Poroshenko crolla ai minimi termini. Il presidente, in cerca di consensi, apre allora ai neonazisti di Pravy Sektor, partito di estrema destra che si rifà direttamente all’esperienza di Stepan Bandera, personaggio che collaborò attivamente con il Terzo Reich. Ricordiamo inoltre che il Partito è stato uno dei protagonisti più attivi dell’Euromaidan, ovvero quella serie di proteste iniziate a novembre 2013, che hanno portato alla fuga dell’ex presidente Janukovic, invitando i propri membri a fomentare i disordini, portando molotov e bome durante le manifestazioni.
Se Janukovic li bollò come estremisti, Poroshenko ora decide di portarli al governo. Addirittura il presidente ucraino vorrebbe affidare al leader di Pravy Sektor, Dmytro Yarosh, un posto al ministero della difesa. L’uomo che si vuole accogliere nell’esecutivo è innanzitutto un antidemocratico, che vorrebbe bandire dall’Ucraina sia il partito delle religioni, filorusso, che il Partito Comunista, e, nonostante lo abbia negato, di base Yarosh è anche antisemita, come si evince dalle sue simpatie politiche, ma anche più nel concreto da un brano scritto di suo pugno citato dallo Spiegel: “Mi chiedo come mai la maggior parte dei miliardari nel Paese siano ebrei”.
Queste, purtroppo, non sono solo congetture, infatti giovedì scorso Anton Heraschenko, consigliere del ministro degli Interni Arsen Avakov, ha annunciato alla televisione ucraina di poter “confermare che il presidente ha offerto a Dmytro Yarosh un lavoro al Ministero della Difesa”. Il consigliere si è spinto anche oltre, affermando che sarebbe per lui un “piacere creare, in collaborazione con Yarosh, un’unione di volontari di autodifesa sul modello estone, finlandese e svizzero”.