La situazione politica e umanitaria, in Ucraina, si fa sempre più calda. Gli scontri tra Kiev e Mosca non cessano e le versioni dei presidenti si contrappongono, cozzano, creano confusione. E se secondo Vladimir Putin le forze antagoniste “Prendono direttamente di mira i quartieri senza che i media europei lo mettano in risalto”, il portavoce militare ucraino Leonid Matyukin afferma che “Le truppe russe sono comparse non solamente a Donetsk, ma anche nella zona dell’aeroporto di Lugansk e in altre città dell’est del paese”.
Questa mattina il centro nevralgico degli scontri è stato proprio nei dintorni dell’aeroporto di Lugansk, la roccaforte dell’esercito filorusso. I soldati ucraini erano impegnati con una divisione di blindati per il controllo dell’edificio e nel frattempo, da parte delle autorità di Kiev, prendeva piede l’ennesima denuncia di un coinvolgimento diretto di Mosca nelle battaglie. Secondo quanto comunicato da un portavoce di Kiev l’esercito ucraino si è poi ritirato. E nel frattempo Lavrov continua a smentire. A una conferenza tenutasi questa mattina presso l’Istituto di relazioni internazionali di Mosca, infatti, ha ribadito il fatto che non ci sarà un intervento militare in Ucraina: “Noi siamo favorevoli a una soluzione esclusivamente pacifica a questa gravissima crisi, a questa tragedia – Ha spiegato al gruppo di studenti – Io davvero conto sul fatto che oggi i negoziati lavorino soprattutto a siglare un cessate il fuoco immediato e senza condizioni”.
E il cessate il fuoco “immediato e senza condizioni” verrà discusso a breve a Minsk, in Bielorussia, dove si terrà il secondo incontro nel giro di pochi giorni. Incontro che la settimana scorsa aveva visto la stretta di mano – rivelatasi poi un ‘saluto’ alla stampa piuttosto che effettivo segno di pace – tra gli omonimi Poroshenko e Putin e che oggi avrà come oggetto la sollecitazione avvenuta ieri da parte del presidente russo per l’istituzione di una “statalità” russofona nel sudest dell’Ucraina. A Minsk si riuniranno, oltre ai rappresentanti di Mosca e Kiev, anche quelli dell’Osce, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo in Europa.
E ad unirsi al coro di voci che si scaglia contro il leader del Cremlino è stata anche Federica Mogherini, la Lady Pesc fresca fresca di nomina: “Valdimir Putin non ha mai rispettato gli impegni presi in diversi contesti sulla crisi in Ucraina – Ha sottolineato l’Alta Rappresentante dell’Unione in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera – E’ interesse dell’Ucraina, dell’Europa e della Russia che la crisi abbia una soluzione politica e non militare, che semplicemente non esiste; ma ogni volta che si sono gettate le premesse per un’intesa, gli sviluppi sul terreno l’hanno smentita: Putin ha sempre sprecato le opportunità di dare una svolta esercitando la sua influenza sui separatisti”. Secondo il premier polacco Donald Tusk, neoletto alla presidenza del Consiglio europeo, quelli dell’Europa sono “atteggiamenti di ingenuo ottimismo”. Ieri, in occasione di una commemorazione dell’attacco tedesco in Polonia di 75 anni fa, il primo ministro ha affermato con decisione che in Ucraina non può e non deve “Ripetersi un altro settembre 1939”.
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