Alcuni veicoli coinvolti nell'attacco terroristico sono stati distrutti e le persone che erano a bordo sono state uccise. Inoltre sono stati colpiti alcuni luoghi ritenuti dei siti terroristici del Sinai, regione a nord del Paese”. Così un portavoce dell'esercito egiziano annuncia l'uccisione di alcuni membri del commando che hanno effettuato l'attentato nella moschea di Bir al-Abed, a ovest della città di Arishdi. I terroristi sarebbero stati colpiti a morte dai jet delle truppe egiziane.
Bandiere dell'Isis
Gli inquirenti affermano che molti degli attentatori, che in tutto erano 25-30, sventolavano bandiere nere dell'Isis. I terroristi avevano piazzato delle bombe dentro la moschea e poi hanno sparato ai superstiti che fuggivano dal luogo di culto. Il bilancio, ancora provvisorio, è di 305 vittime, tra cui 27 bambini.
Non è un caso che siano stati colpiti fedeli sufi, considerati eretici dai fondamentalisti musulmani. Non è la prima volta che i gruppi armati mettono nel mirino questa minoranza religiosa, soprattutto nel Sinai egiziano. L'Isis, nel 2013, rivendicò gli attacchi ai santuari del Sheikh Abu Jarir, nel villaggio Al Mazar, e del Sheikh Hamid, nel centro del Sinai.
E intanto è massima allerta in tutto il Paese: osservati speciali i luoghi di culto, i commissariati di polizia, i dipartimenti di sicurezza e gli spazi pubblici come cinema, teatri, ministeri, ambasciate e autostrade. Stamattina il presidente Abdel Fattah Al Sisi ha dato istruzioni alle forze armate di costruire un mausoleo commemorativo gigante dedicato alla memoria dei martiri della strage.
Gentiloni: “Combattere insieme il terrorismo”
Sull'attentato è intervenuto anche il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, che si trova a Tunisi in visita nel Paese nord-africano: “Siamo colpiti dalla strage di ieri nel nord del Sinai. Abbiamo espresso solidarietà all'Egitto e vicinanza alle vittime. Questo orribile attacco è uno dei segni del rischio che le forze terroristiche che hanno combattuto per Daesh, insieme a gruppi di Al Qaeda e altre forze jihadiste, possono essere una minaccia grave e dobbiamo contrastarle insieme“.