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Twitter: “Nessuna censura ai leader mondiali”

Bloccare un leader mondiale su Twitter o rimuovere i suoi tweet controversi nasconderebbe informazioni importanti che la gente dovrebbe poter vedere e discutere”. Ne è convinta l'azienda che gestisce uno dei social network più importanti al mondo sul quale, sempre più di frequente, si consumano vere e proprie battaglie a colpi di “cinguettii” non solo fra persone comuni ma anche fra esponenti del mondo politico. Non fa eccezione Donald Trump che, anzi, forse utilizza Twitter ben più degli altri leader politici, tanto da aver suscitato più di qualche polemica legata ai contenuti dei suoi tweet e la richiesta, da parte di qualcuno, di bannare il Tycoon dalla piattaforma. Su tale possibilità, però, l'azienda è stata categorica e, pur senza nominarlo, ha chiuso le porte a un eventuale blocco del profilo del presidente.

Twitter: “Prima il pubblico interesse”

Per Twitter non solo rendere “muto” il profilo di un leader politico celerebbe contenuti importanti ma certamente “non lo zittirebbe”, anzi “ostacolerebbe la necessaria discussione sulle sue parole e azioni”. In sostanza, per l'azienda prevale “l'interesse pubblico: Twitter è qui per servire e contribuire a far avanzare la conversazione globale, pubblica. I leader del mondo eletti giocano un ruolo critico in questa conversazione per il loro enorme impatto sulla nostra societa”. Pur ribadendo che nessuna persona influisca in alcun modo le regole del social, l'azienda ha spiegato che “esaminiamo i tweet dei leader nel contesto politico che li definisce e attuiamo le nostre regole di conseguenza”.

Nessuna influenza

L'obiettivo, quindi, è lavorare “per fare di Twitter il posto migliore per vedere e discutere liberamente tutto ciò che conta. Crediamo che questo sia il modo migliore per aiutare la nostra societa' a progredire”. Una mission che, dunque, non passerà dalla censura dei leader mondiali ma attraverso un'attività di monitoraggio che possa consentire un dialogo proficuo. Negli ultimi tempi, però, diverse voci si sono levate contro l'utilizzo del social da parte di Donald Trump, specie in relazione alla questione coreana. Molti critici avevano avanzato l'ipotesi che Twitter non avesse censurato il presidente Usa per motivi di visibilità: una versione smentita dall'azienda: “Nessun account di nessuna persona spinge la crescita di Twitter o influenza le nostre decisioni. Lavoriamo duro per restare imparziali tenendo a mente l'interesse pubblico”.

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