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Tutte le ombre del Kievgate

E'quasi più intricato della quasi ominima inchiesta sulla Russia il Kievgate, ogni giorno arricchito da nuovi particolari che, tassello dopo tassello, stanno costruendo l'impalcatura accusatoria con la quale i dem cercheranno di portare Donald Trump ad affrontare il processo di impeachment. Una strada ancora lunga ma, certamente, la divulgazione della conversazione fra il presidente americano e il suo omologo ucraino, Zelenskij, ha fatto rumore negli Stati Uniti, visto che ha tirato in ballo anche altri personaggi e gettato le basi per un'inchiesta che, fin lì, poteva contare solo su alcune voci. In quella telefonata, Trump chiese al presidente ucraino la disponibilità a un colloquio con Rudolph Giuliani, legale del Tycoon e consigliere per la Sicurezza informatica della Casa Bianca, per discutere della possibilità di indagare su Hunter Biden, figlio di Joe e consigliere di un'azienda di gas ucraina, strappando la promessa che il nuovo procuratore se ne sarebbe occupato.

Gli incontri

Una conversazione datata 25 luglio e passata pressoché inosservata fino al 9 settembre, quando un informatore dell'Intelligence stila un rapporto sulla vicenda, voce che arriva fino ai democratici, già impegnati nella campagna elettorale per le primarie e con Biden favorito dai sondaggi. Di questa storia ha parlato lo stesso ex sindaco di New York che, al Washington Post, ha riferito di aver sì intrattenuto dei colloqui con alcuni procuratori ucraini (ben cinque) ma di averlo fatto lo scorso anno, riuscendo a ottenere informazioni su Hunter Biden nell'ambito di quella che Giuliani ha definito una collusione fra i democratici e Kiev durante le elezioni presidenziali del 2016. Fra i personaggi ucraini incontrati, anche il procuratore generale allora in carica, Iuri Lutsenko, ricevuto a New York a gennaio e, successivamente, rivisto a Varsavia un mese dopo. Pare che Giuliani fosse intenzionato a recarsi a Kiev in primavera proprio per incontrare Zelenskij, nel frattempo eletto presidente, salvo poi annullare il viaggio.

Il dossier

Intanto, il New York Times ha rivelato come l'emersione dello scandalo sia dovuta a un analista della Cia con un passato da distaccato alla Casa Bianca. Uno 007 di cui non si sa praticamente nulla (gode del diritto dell'anonimato), se non il fatto che non abbia ascoltato direttamente la telefonata (redigendo il suo rapporto sulla base di fonti raccolte nell'amministrazione) e che abbia sporto denuncia come whistleblower. Il dossier sarebbe stato trasmesso il 12 agosto scorso, senza essere pubblicato per oltre un mese sia per la delicatezza, in quanto incentrato sul presidente, sia per i vari step attraversati prima di essere ritenuto urgente.

DM

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