Una vera rivoluzione quella proposta da 15 famiglie curde che in cambio di servizi scolastici chiedono l’interruzione delle mutilazioni genitali femminili. La coraggiosa iniziativa coinvolge il villaggio di Tutakal, a circa tre ore da Erbil, la capitale del Kurdistan iracheno. La pratica dell’infibulazione riguarda le donne comprese tra i 15 e i 49 anni di età, ben l’8 per cento della popolazione femminile in Iraq. Numeri decisamente più preoccupanti se si considera i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità circa il territorio africano e del Medio Oriente dove sarebbero 125 milioni di ragazze e donne sottoposte a questa violenza.
Ma a Tutakal questa battaglia ha preso il via grazie all’organizzazione non governativa Wadi che arrivando sul luogo aveva per prima lanciato la proposta di offrire servizi scolastici di base qualora fosse stata interrotta la tradizionale mutilazione genitale. Sarhad Ageb, il saggio del villaggio ha spiegato che il cambiamento di mentalità non è stato immediato, sono serviti due anni per convincere gli abitanti a cambiare: “Wadi ci ha fornito dei volantini per spiegarci come combattere questa pratica – ha detto – Li ho messi fuori dalla mia casa e il giorno dopo la gente li ha presi tutti”.
Tra le difficoltà incontrate per mettere fine a questa violenza contro le donne, Ageb dice che “i membri del Parlamento e del governo si vergognano di parlare di questo problema pubblicamente. Non potranno mai aiutarci fino a quando non capiscono che non è vergognoso parlarne”. Secondo alcuni la pratica “è scritta nell’Islam. Ma quando si cerca nei discorsi del Profeta, non si parla in alcun modo dell’infibulazione”.
Una donna ha spiegato che sin da piccole viene loro insegnato che è haram, cioè vietato all’Islam, non essere mutilate così come preparare del cibo senza aver affrontato il tradizionale passaggio per diventare donna. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, le mutilazioni genitali femminili possono provocare emorragie gravi, infertilità e aumentare il rischio di morte neonatale, oltre ad altri problemi tra cui la morte della stessa ragazza.