La Turchia ancora sconvolta dal tragico sequestro del magistrato Mehmet Selim Kiraz, finito in un bagno di sangue, ha dovuto far fronte ad una nuova minaccia proprio ieri: due persone armate hanno assalito la centrale di polizia di Vatan Sokak, nel centro di Istanbul. Nello scontro con le forze dell’ordine la donna kamikaze è rimasta uccisa prima di lasciarsi esplodere, e il secondo uomo dopo aver tentato la fuga è finito in manette.
Il Paese a due mesi dalle cruciali elezioni politiche che si terranno il 7 giugno, sembra essere precipitato in un vortice di violenza che getta l’intera Turchia nella paura. Intanto mentre a Istanbul venivano celebrati i funerali del magistrato e dei due sequestratori, sulla sponda asiatica della città, la sede del partito islamico Akp del presidente Erdogan, è stata presa d’assalto.
L’uomo responsabile dell’attacco è stato subito fermato dalla polizia, le cui forze speciali hanno fatto scattare una decina di arresti per i presunti simpatizzanti del gruppo di estrema sinistra Dhkp-C, una cui cellula ha rivendicato il tragico sequestro di Kiraz invocando giustizia per Berkin Elvan, l’adolescente divenuto simbolo della dura repressione imposta al movimento di Gezi Park dalle autorità turche e ucciso dagli agenti il 16 giugno 2013. Il giudice ucciso martedì era contrario all’insabbiamento delle indagini che portava avanti da 4 mesi e durante le quali stava approfondendo il caso della morte del 14enne colpito da un lacrimogeno della polizia. “Non permetterò che alcuna inchiesta venga fermata”.