Saranno riprocessati i militari turchi accusati di essere coinvolti nel tentato golpe del 2004, contro il governo guidato da Recep Tayyip Erdogan. il maxi procedimento chiamato Balyoz, “incudine” in turco, ricomincerà con la seconda udienza contro 236 persone tra il comandate Cetin Dogan, l’ammiraglio Ozden Ornek e il generale Firtina, già condannati nell’ottobre dello scorso anno.
La Corte istituzionale aveva annullato le precedenti condanne perché secondo i giudici i diritti degli imputati erano stati violati in merito ai “dati digitali” usati come prove per condannarli: la corte inoltre aveva ordinato di ascoltare due importanti testimoni, Aytac Yalaman e Hilmi Ozkok, rispettivamente capo dell’esercito e Capo di stato maggiore delle forze armate all’epoca dei fatti. Secondo l’accusa, il colpo di Stato non è mai stato portato a termine proprio grazie all’intervento di Ozkok e Yalaman: ma la corte aveva respinto le loro richieste di prestare deposizione, nonostante il ruolo di primo piano dei due militari nell’impianto accusatorio dei pm.
“Oggi è crollata la prima parte dell’impianto accusatorio dei giudici, quella relativa ai testimoni – ha dichiarato ieri al termine dell’udienza Celal Ulgen uno degli avvocati della difesa secondo cui nelle prossime fasi del processo crollerà anche la seconda, quella relativa alle “prove digitali”.
Dopo anni di scontro frontale fra forze armate, che da sempre si considerano depositarie dello spirito laico della Turchia e le forze politiche, è stato il presidente Recep Tayyip Erdogan a prevalere, grazie a norme che riducono sempre di più il ruolo politico dell’esercito. Non solo i maxi-processi “Balyoz” ed “Ergenekon”, negli ultimi cinque anni, hanno portato alla condanna di centinaia di membri di primo piano delle forze armate accusati di golpe.