“Chiedendo la mia estradizione, Erdogan da una parte vuole far passare il messaggio che io e Hizmet siamo burattini manovrati da America, Cia, Mossad, Israele e altre potenze straniere. E usa il rifiuto degli Usa a cedere alle sue richieste irrazionali come una prova delle sue stesse calunnie. Se ottenesse quello che chiede, ne farebbe uno strumento per umiliarmi e probabilmente per torturarmi e uccidermi. Trasformandola in una lezione da cui devono trarre esempio tutti coloro che appartengono alla società civile turca”. Lo ha detto Muhammed Fethullah Gulen in un’intervista alla Stampa.
“Ho sempre sostenuto con forza la candidatura della Turchia nell’Ue perché questo ne consoliderebbe la democrazia, contro i rischi di colpi di Stato e in aiuto del rispetto di diritti umani e libertà” ha spiegato. “Rafforzare la democrazia in Turchia è l’unica strada per gestire l’emergenza rifugiati in Europa e la lotta all’Isis nel mondo. Altrimenti si rischia la catastrofe. Le pressioni interne sui rifugiati, la proliferazione di gruppi radicali, la persecuzione di decine di migliaia di civili, le avventurose autoproclamazioni di Erdogan quale eroe nazionale sono cose che dovrebbero fornire ai leader europei l’impulso a intraprendere azioni efficaci per fermare la deriva autoritaria del governo turco”.
A Matteo Renzi e Federica Mogherini, Gulen chiede “di non cedere alle pressioni di Ankara e di incoraggiare il popolo turco a mantenere vivo il sogno europeo. I leader hanno criticato più volte Erdogan per i suoi abusi sui diritti umani, ma non hanno intrapreso nessuna azione concreta. Non possono chiudere gli occhi davanti alle violazioni dei diritti umani solo perché Erdogan fa fronte a un esercito di rifugiati”.