In Turchia la situazione della libertà di stampa è la peggiore degli ultimi sessant’anni, la drastica constatazione arriva da Nami Bilgin, il presidente dell’Associazione dei giornalisti del Paese. In un’intervista al quotidiano on-line ‘Zaman’ ha denunciato le autorità governative in particolare per gli arresti e i licenziamenti di alcuni reporter e il rifiuto di accreditare i media di opposizione.
I dati emersi dalle organizzazioni internazionali della stampa additano la Turchia come il Paese con il più alto numero di giornalisti in carcere. A dicembre per esempio alcuni cronisti e i direttori di due importanti testate di opposizione – il quotidiano ‘Zaman’ e una rete televisiva – vicine al movimento Hizmet dell’imam Fetullah Gulen sono stati arrestati.
I responsabili dell’associazione Report Senza Frontiere hanno contestato la presenza del primo ministro Ahmet Dautoglu alla grande manifestazione che si è svolta a Parigi contro la strage di Charlie Hebdo e per la libertà di espressione. L’arresto dei 40 cronisti il 14 dicembre ha sollevato aspre critiche da parte della comunità internazionale, oltre che dalle organizzazioni di stampa come Freedom House e Reporters sans Frontières.