La Turchia piange Suleyman Demirel, ex presidente ed ex primo ministro della Turchia, che si è spento a 91 anni in un’ospedale di Ankara. A causare il decesso, secondo quanto riferito dalla clinica Gueven, sarebbe stata una grave insufficienza respiratoria. Demirel era stato ricoverato lo scorso 13 maggio per problemi renali, cardiaci e un’infezione alle vie respiratorie. In conferenza stampa il suo medico, Aylin Cesur, ha detto che era anche affetto da diabete. Importante esponente politico del centro-destra, Demirel dal 1965 aveva guidato ben sette governi in undici anni. Venne deposto da due golpe militari, uno nel 1971 e l’altro nel 1980. E’ stato il leader politico turco con la carriera politica più lunga prima dell’attuale presidente Recep Tayyip Erdogan. E’ stato presidente dal 1993 al 2000, salendo al potere dopo la morte improvvisa del suo predecessore Turgut Olaz. Negli ultimi anni veniva affettuosamente indicato come il “Baba”, ovvero il papà della Turchia.
Nato nel 1924 in una famiglia di contadini nella provincia di Isparta in Turchia, Demirel aveva studiato ingegneria civile presso l’Università Tecnica di Istanbul ed era entrato in politica nel 1962, quando era stato eletto nel consiglio esecutivo del Partito di Giustizia di centro-destra, che poi aveva diretto dal 1964 al 1980. Nelle elezioni generali del 1965 il partito di Demirel aveva vinto con un inedito 53 per cento dei voti, catapultandolo nel ruolo di primo ministro, e la conferma era arrivata con le elezioni del 1969. Il 12 marzo del 1971 il colpo di stato guidato dall’allora Capo di Stato Maggiore, Memduh Tagmac, costrinse Demirel alle dimissioni e fece nascere un governo tecnico guidato da Nihat Erim. Successivamente, nel 1975, nel 1977 e nel 1979 Demirel fu primo ministro. Il 12 settembre del 1980 si registrò un nuovo colpo di stato e il governo venne deposto dlal’allora Capo di Stato Maggiore, il generale Kenan Evren, scomparso nel maggio scorso. Il nuovo regime abolì il parlamento e il governo, sospendendo la costituzione e vietò tutti i partiti politici e sindacati.
A seguito del colpo di stato, a Demirel venne stata vietata la partecipazione politica attiva per 10 anni. Il suo partito venne chiuso nel 1981, ma nel 1986 lanciò una campagna nazionale per la revoca dei divieti politici e avviò un referendum nazionale sulla questione. Dal 6 settembre 1987 tornò nella politica attiva e nel 1993 diventò presidente della Turchia. Nel 1996 sopravvisse a un tentato omicidio. L’assassino venne condannato alla pena di morte, poi tramutata in ricovero presso l’ospedale psichiatrico di Bakirkoy per sindrome paranoica.